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giovedì 10 febbraio 2011

Confessione con l'iPhone? sì... forse... no!

Le applicazioni per iPhone e per iPad sono in continua espansione e sullo store ne possiamo trovare a migliaia, ma questa di certo le supera tutte.
Vuoi confessarti e non sei nelle vicinanze di una chiesa? Nessun problema prendi pure il tuo iPhone fai partire l’App “Confession” e il gioco è fatto.
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Ironia della sorte: la prima applicazione per così dire «approvata dalla Chiesa» è stata sviluppata per due prodotti di Apple quando fu (forse) per aver mangiato una «apple», una mela, che Adamo ed Eva furono cacciati dal Paradiso Terrestre, dando così inizio alla peccaminosa storia degli esseri umani.
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Un'app permette ai cattolici fare penitenza attraverso lo smartphone. Realizzata con l'aiuto di ecclesiastici, è al centro di polemiche. La Chiesa: "Non può sostituire il sacramento, irrinunciabile il rapporto con il confessore"
Leggi tutto: Confessione anche sull'iPhone ma il Vaticano: "Non è valida" 

La tecnologia può essere uno strumento utile per avvicinare ai Sacramenti aiutando la ricerca spirituale, ma davanti alla celebrazione dei «segni efficaci della Grazia» si ferma «sulla porta». Ecco perché, ad esempio, «non si può parlare in nessun modo di "Confessione per iPhone"». La sottolineatura è venuta ieri da padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, che, parlando ai giornalisti, ha voluto chiarire la notizia, rilanciata nei giorni scorsi in maniera distorta da alcuni media, secondo cui, grazie a una nuova applicazione, sarebbe possibile confessarsi tramite iPhone, il noto cellulare intelligente della Apple.
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In maniera paradossale vorremmo colmare le distanze con l’altro attraverso uno strumento mediatico, qualunque esso sia, non rendendoci conto che così non facciamo altro che aumentare la ferita che più di ogni altra offende qualunque uomo, e che la Bibbia così denuncia: «Non è bene che l’uomo sia solo».
Leggi tutto: Il perdono è relazione. Non può essere elettronico