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giovedì 17 febbraio 2011

“Il Cortile dei gentili” a Bologna

“Fratello ateo, nobilmente pensoso, alla ricerca di un Dio che io non so darti. Attraversiamo insieme il deserto, di deserto in deserto andiamo oltre la foresta delle fedi. Liberi e nudi verso il Nudo Essere e là dove anche la parola muore abbia fine il nostro cammino”. Questi i versi di David Maria Turoldo che il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura ha posto a sigillo dell’anteprima bolognese de “Il Cortile dei gentili”, la struttura di dialogo tra credenti e non credenti nata su suggerimento del Santo Padre.

La figura di Emil Cioran (1911-1995), una specie di ateo-credente, è servita per aprire la riflessione del primo incontro del Cortile dei Gentili.

Una gremita e attenta aula Magna dell’Università di Bologna, primo ateneo laico d’Europa, ha ascoltato, per quasi tre ore, il Rettore Ivano Dionigi e sua Eminenza il Cardinale Gianfranco Ravasi dialogare su temi quali l’esistenza di Dio, la vita e la morte, il rapporto tra fede e scienza, assieme ad alcuni studiosi in quello che è stato il primo appuntamento del Cortile dei Gentili. Si è trattato del preludio italiano del solenne evento che, in marzo, a Parigi (in collegamento con il Pontefice) vedrà coinvolte istituzioni culturali come la Sorbona, l’Unesco, l’Académie de France e la stessa Notre Dame.

«Siamo venuti qui per vedere la Luna e scopriamo invece la bellezza della terra». Queste parole, prese in prestito dalle prime frasi pronunciate dall’astronauta Aldrin, mentre il suo piede toccava il suolo della luna e lui, da lì, ammirava la forma lontana del nostro pianeta, le ha dette ieri Vincenzo Balzani nel suo intervento al ‘Cortile dei Gentili’.