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giovedì 26 maggio 2011

Può un padre dimenticare un figlio?

Dimenticare. Nessuno può pensare che questo padre abbia dimenticato la figlia. E infatti nessuno lo pensa, tutti noi accorriamo attorno al buco nero che si è aperto nella sua mente e assistiamo ammutoliti al suo dolore. Stiamo immobili e in silenzio davanti alla voragine che si è spalancata nella mente di quest' uomo temendo che anche la più innocua delle parole possa torturare la sua condizione di sovresposto, di senza pelle.

Distrazione significa, letteralmente, essere trascinati via da ciò che in quel momento dovrebbe occuparti la mente più di ogni altra cosa. Chissà da che cosa è stata trascinata via la mente del papà della piccola Elena, la mattina di mercoledì, alle 8.30, quando ha chiuso la portiera della sua auto per andare a lavorare come tutti i giorni. Producendo una voragine, un buio, un vuoto, proprio là dove invece dovevano esserci presenza, protezione e cura

Psicopatologia della vita quotidiana, una delle opere più famose di Sigmund Freud fu pubblicata nel 1901. Parlando di lapsus e di amnesie, di sogni e di atti mancati, il padre della psicoanalisi e della moderna psicoterapia metteva in evidenza il modo in cui l'inconscio e le sue follie irrompono normalmente nella vita della persona normale. Condizionandoci e riportandoci di continuo all'imperfezione del nostro funzionamento mentale, al dubbio di cui non dovremmo mai liberarci sulla nostra capacità di essere davvero padroni, in ogni momento, del nostro pensiero e delle nostre azioni. La consapevolezza di questa imperfezione dovrebbe essere (e spesso è) un segno importante del nostro livello di maturità personale. Lo dimostra, meglio di qualsiasi altro esempio, il modo appassionato, fermo, pieno di dolore e di pietà in cui la madre della bambina morta tragicamente a Teramo difende oggi il suo compagno. Parlandone come di un padre straordinario. Riuscendo a restargli vicina anche dall'interno di uno strazio come quello da cui è palesemente travolta. Usando la dolcezza della comprensione invece della lama fredda del giudizio nel momento in cui quelli che vengono colpiti così duramente sono i suoi affetti più cari. La sua stessa vita. Vale la pena di riflettere davvero molto seriamente su questa straordinaria lezione di stile.


Elena non c’è più, ma grazie a lei, Tommaso, un bambino ligure di nove mesi che aveva poche ore di vita, ha un fegato nuovo e un futuro davanti a sè. Una bambina di due anni, in attesa di trapianto, vivrà con il cuore di Elena. Un terzo piccolo paziente riceverà i reni.