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lunedì 23 maggio 2011

Ricordando Giovanni Falcone

"Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini", a citare la celebre frase di John Fitzerald Kennedy fu a suo tempo Giovanni Falcone, un uomo che ha speso tutta la sua vita nella lotta alla mafia. Oggi ricorre il diciannovesimo anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita  oltre al magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo "colpevoli" di essere uomini dello Stato che combattevano la criminalità organizzata.

Numerose sono le manifestazioni che si svolgeranno in tutt'Italia per ricordarlo, noi vogliamo farlo citando alcune delle frasi da lui pronunciate:
  • L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Altrimenti non è più coraggio, è incoscienza! Giovanni Falcone
  • Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere.
  • La lotta alla mafia non può fermarsi a una sola stanza, la lotta alla mafia deve coinvolgere l’intero palazzo. All’opera del muratore deve affiancarsi quella dell’ingegnere. Se pulisci una stanza non puoi ignorare che altre stanze possono essere sporche, che magari l’ascensore non funziona, che non ci sono le scale... Io vado a Roma per contribuire a costruire il palazzo.
  • Un'affermazione del genere mi costa molto, ma se le istituzioni continuano nella loro politica di miopia nei confronti della mafia, temo che la loro assoluta mancanza di prestigio nelle terre in cui prospera la criminalità organizzata non farà che favorire sempre di più Cosa Nostra.
  • Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere
  • Bisogna però rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e grave, e che va combattuto non pretendendo l'eroismo di inermi cittadini, ma coinvolgendo nella lotta le forze migliori delle istituzioni
  • La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione 
  • Un uomo coraggioso muore una sola volta... un codardo cento volte al giorno.