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martedì 25 ottobre 2011

Assisi 27 ottobre 1986/2011 “Pellegrini della verità, pellegrini della pace” / 3

«Sono molto più consapevole dell'originalità e della bellezza della mia fede cattolica dopo aver conosciuto tante persone appartenenti ad altre Chiese e ad altre religioni»
Personalmente sono contento che papa Benedetto vada ad Assisi e inviti altri cristiani, membri delle altre comunità religiose e uomini e donne di buona volontà a fare altrettanto. Questo evento, come anche quello di venticinque anni fa e quelli che si sono tenuti successivamente in varie parti del mondo grazie alla Comunità di Sant'Egidio, hanno ribadito la volontà di tanti di non arrendersi alla logica dell'indifferenza o della rassegnazione. Anche se forse non potranno cambiare il mondo o la mentalità di coloro che non vedono alternativa allo "scontro di civiltà", questi incontri sono importanti per ribadire la comune volontà di imparare l'arte del convivere pacificamente.
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Parla il teologo francese Jean-Marie Ploux
A 25 anni dalla storica preghiera per la pace di Assisi, l’urgenza del confronto tra le religioni è sempre più forte: «E per noi cristiani è costitutiva della fede stessa»
Al confronto con le altre religioni non c'è alternativa. Non tanto per il fatto che le nostre città sono oggi casa di tanti popoli e fedi diverse. Né perché, oltre lo spettro dei fondamentalismi, è urgente trovare un'opzione che non si appiattisca sul paradigma dello scontro tra le civiltà. Prima ancora di tutte queste circostanze, pur reali e cariche di implicazioni serie, c'è un punto fermo, una sorta di assioma che non può non influenzare la nostra vita di credenti: «Il dialogo è costitutivo della fede cristiana».
Jean-Marie Ploux non si stanca di ripeterlo. E di sperimentarlo nella sua quotidianità. Teologo, già vicario generale della Mission de France, padre Ploux ha compiuto studi approfonditi di arabo e islamistica, opera nella formazione ed è impegnato in prima persona in esperienze di dialogo interreligioso ed ecumenismo.
Non sorprende che, per il 74enne presbitero, celebrare lo "spirito di Assisi", venticinque anni dopo lo storico incontro che vide i rappresentanti di tutte le religioni riuniti a pregare per la pace in risposta all'invito di papa Giovanni Paolo II (era il 27 ottobre 1986), significhi ben di più che festeggiare un «bell'anniversario».
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