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giovedì 18 ottobre 2012

MOSAICO DI PACE - OTTOBRE 2012 - Editoriale: "Concilio giovane" di mons. Luigi Bettazzi - Il ricordo del Cardinale Martini: "La Chiesa e la politica" di mons. Giovanni Giudici


MOSAICO DI PACE
OTTOBRE 2012

Editoriale

Concilio giovane 
di mons. Luigi Bettazzi 
(Vescovo emerito di Ivrea e già presidente di Pax Christi Internazionale)

Cari giovani, 
non meravigliatevi se vi scrive un quasi novantenne. Ho avuto la fortuna (la grazia!) di partecipare come giovane vescovo al Concilio Vaticano II (la grande Assemblea di tutti i vescovi del mondo, iniziata l’11 ottobre 1962) e sento il compito di richiamarne il valore per la Chiesa cattolica e per il mondo. Mi affido alla vostra comprensione e... fantasia (nell’ultimo libro “Il Concilio, i giovani”, ho dovuto aggiungere, per correttezza, “e popolo di Dio”). 
Tra i sedici Documenti espressi da questo Concilio, quattro sono i più rilevanti e si chiamano “Costituzioni”: la prima sulla liturgia (“Sacrosantum Concilium”), una sulla Parola di Dio (“Dei Verbum”), la terza sulla Chiesa in sé (“Lumen gentium”), l’ultima sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (“Gaudium et spes”). 
Quest’ultima Costituzione fu una novità imprevista, perché si rivolge non solo ai cristiani, ma “a tutti gli uomini di buona volontà” (come già aveva fatto la grande Enciclica di Giovanni XXIII sulla pace, la “Pacem in terris”). In realtà, essa richiama i grandi valori umani, da quelli della persona alla cultura, dalla famiglia all’economia e alla pace. 
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La Chiesa e la politica
di mons. Giovanni Giudici 
(Vescovo di Pavia, presidente di Pax Christi Italia)

Ricordiamo Martini: un uomo di Dio, testimone del primato dello Spirito. Libero, aperto al dialogo e all’accoglienza, attento alla cura degli ultimi.

Del cardinal Martini sono stati descritti tratti di fisionomia in maniera rispettosa, ma anche caricature abbozzate da osservatori improvvisati e superficiali. Vorrei delineare qui alcuni aspetti del suo ministero, riflettendo in un secondo tempo sulla sua testimonianza sui cammini della pace. 
Tutto, nella vita, nell’azione e nella parola di Martini, lo qualifica come anzitutto ed essenzialmente un uomo di Dio e in particolare un religioso nel senso pieno e alto della parola. Il card. Martini è stato, infatti, un uomo di Chiesa nel quale la persuasione del primato dello Spirito ha sempre dominato sulla fedeltà e sull’amore con cui ha servito l’istituzione ecclesiastica. Lo Spirito è stato da lui ricercato, con semplicità e con tenacia, nella vita e nei doni delle persone, negli avvenimenti ecclesiali e nei fatti che costituiscono la storia. Attenzione allo Spirito, alla sua sovrana libertà e nella sua sorprendente creatività, significava per lui operare per una Chiesa che, proprio in quanto docile allo Spirito del suo Signore, fosse libera, povera, sciolta. Aggettivo quest’ultimo, da lui spesso utilizzato nel qualificare la Chiesa. 
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