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sabato 17 novembre 2012

Il “Patto delle Catacombe”, per una chiesa serva e povera

Il “Patto delle Catacombe”, 
per una chiesa serva e povera

Il 16 novembre del 1965, pochi giorni prima della chiusura del Vaticano II, una quarantina di padri conciliari hanno celebrato una Eucaristia nelle catacombe di Domitilla, a Roma, chiedendo fedeltà allo Spirito di Gesù. Dopo questa celebrazione, hanno firmato il “Patto delle Catacombe”. Il documento è una sfida ai “fratelli nell’Episcopato” a portare avanti una “vita di povertà”, una Chiesa “serva e povera”, come aveva suggerito il papa Giovanni XXIII. I firmatari – fra di essi, molti brasiliani e latinoamericani, poiché molti più tardi aderirono al patto – si impegnavano a vivere in povertà, a rinunciare a tutti i simboli o ai privilegi del potere e a mettere i poveri al centro del loro ministero pastorale. Il testo ha avuto una forte influenza sulla Teologia della Liberazione, che sarebbe sorta negli anni seguenti. Uno dei firmatari e propositori del Patto fu dom Helder Câmara, il cui centenario della nascita è stato celebrato il 7 febbraio.


Concilio Vaticano II, 
quell'intuizione rimasta fuori dall'aula

di Jon Sobrino

"Il Concilio Vaticano II fu un evento epocale, estremamente radicato nel modo di essere e di agire di Giovanni XXIII. Un esempio significativo fu ciò che il papa disse un mese prima dell’apertura del Concilio: «La Chiesa oggi è soprattutto la Chiesa dei poveri». Questa concezione della Chiesa, tuttavia, non si affermò in modo generalizzato nell’aula del Concilio, così che, due mesi dopo il suo inizio, il cardinale Giacomo Lercaro (arcivescovo di Bologna) si vide obbligato a dire: «Sentiamo tutti che al Concilio finora è mancato qualcosa». E lo esplicitò ripetendo le parole di Giovanni XXIII: «Oggi la Chiesa è soprattutto la Chiesa dei poveri». Su questo desidero proporre alcune riflessioni. ....
I poveri pongono la Chiesa, con naturalezza e senza scappatoie, di fronte al Vangelo. E quando essa si erge in loro difesa, soffre inevitabilmente persecuzione e morte. La Chiesa diventa necessariamente una Chiesa perseguitata, superando ciò che nel Concilio è affermato solo genericamente: «La Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio» (Lumen Gentium, 8). E non si tratta soltanto della persecuzione di vescovi, sacerdoti e religiose, ma anche di innumerevoli, semplici cristiani e cristiane. .... (Jon Sobrino)
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Concilio Vaticano II, quell'intuizione rimasta fuori dall'aula

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