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mercoledì 12 dicembre 2012

Riforma Difesa, ma chi è d'accordo? - «Non votate quella riforma». L'appello di Tavola della pace, Sbilanciamoci e Rete disarmo

Mi dispiace ma non sono d’accordo. E non mi serve di invocare le ragioni del pacifismo. Mi basta prendere atto del reale. La riforma delle forze armate che sta per essere votata anche dal Partito Democratico fa male all’Italia. E’ frutto di un’idea vecchia, pericolosa e insostenibile. Aumenta le spese militari e la spesa pubblica. E chi sta pensando di cambiare e ricostruire il nostro paese non può non saperlo...
E’ stato detto che questa riforma era improcrastinabile. Falso! Le Forze Armate hanno già subìto un taglio strutturale del 10% imposto da Monti per aggiustare i conti dello stato e gli effetti della riforma Di Paola potranno dispiegarsi solo dopo il 2015. C’era dunque tutto il tempo per mettere a punto una riforma vera ed efficace, fatta nel rispetto delle persone e per il bene del paese. 
Si è preferito invece seguire la strada imposta con straordinaria caparbietà dall’ammiraglio Di Paola. Sotto la sua pressione molte schiene si sono piegate e molte bocche si sono cucite. Ora però bisogna impedire che oltre al danno ci sia anche la beffa e che sia lo stesso Di Paola a scrivere i decreti attuativi della riforma nel mezzo della campagna elettorale...
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«Chiediamo all'unisono e a gran voce che il Parlamento fermi l'approvazione del disegno di legge relativo alla riforma dello strumento militare». Questo appello non arriva da associazioni pacifiste ma dal cuore delle Forze armate. I Cocer (Consigli centrali di rappresentanza) dell'Esercito italiano, della Marina militare e dell'Aeronautica militare fanno sapere di essere contrari al provvedimento...

Ecco di cosa si tratta, cosa prevede la legge, quali saranno gli effetti della delega, cosa ha fatto e cosa non ha fatto il Parlamento. La scheda a cura di Flavio Lotti, Coordinatore nazionale della Tavola della pace.
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La crisi non ferma i generali e gli acquisti di armi. Alla vigilia del voto parlamentare sulla legge che delega il Governo a riformare le Forze armate (la Camera dovrebbe esprimersi definitivamente martedì 11 dicembre), si scopre che nel corso dell’anno che sta per finire i vertici delle nostre Forze armate sono riusciti ad aumentare la spesa per gli armamenti di altri 1.300 milioni di euro portando la quota destinata ai sistemi d'arma dal 18 al 28% del totale della "funzione difesa" messa a bilancio, al netto degli stipendi e delle spese d'esercizio (addestramento, munizioni, ecc.). Non solo. Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, ha già ordinato l’acquisto di tre cacciabombardieri F-35 impegnando altri 270 milioni.

Alla vigilia del voto, la Tavola della pace, Sbilanciamoci, Rete italiana per il disarmo hanno rivolto un nuovo appello ai deputati invitandoli a non votare la legge delega. Perché “quella legge non è più necessaria..."
 
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