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martedì 29 gennaio 2013

Adozioni internazionali e affido familiare

Un calo così vistoso forse non se lo aspettavano nemmeno gli addetti ai lavori, che pur da un paio di anni segnalano grosse difficoltà. Il -22,8 per cento di bambini adottati nel 2012 non è una semplice diminuzione fisiologica visti gli anni di crisi; è, invece, un vero e proprio crollo. 

Ci sono povertà più gravi e più profonde rispetto a quelle determinate dalla crisi economica. Povertà che prosciugano l’anima delle persone e delle famiglie e rendono più sterile e quindi più fragile il cuore dell’intera società. Il nuovo calo delle adozioni (meno 22,8% nel 2012 rispetto all’anno precedente), ultimo segnale di un trend negativo ormai consolidato da anni, che va ad aggiungersi al crollo dell’affido familiare (meno 700 nel biennio 2008-2010), va iscritto in questo quadro di impoverimento progressivo della pubblica generosità. 

Le ragioni di questa flessione sono da ricercarsi, secondo gli esperti della Commissione, nel rallentamento delle procedure adottive da parte di alcuni Paesi...
Le famiglie adottive invece risiedono in maggioranza in Lombardia (459 coppie), Lazio (293), Toscana (241), Veneto (233) Piemonte (170). Si tratta, come in passato di nuclei con coniugi che possiedono un titolo di studio medio-superiore e appartengono a categorie lavorative impiegatizie, delle libere professioni e degli insegnanti.
In un'inchiesta pubblicata nel dicembre 2011, Popoli aveva analizzato le caratteristiche di questo fenomeno e le cause di un costante calo del numero di adozioni internazionali in Italia.

Affido, una proposta-provocazione
Dopo l’uscita delle Linee d’indirizzo nazionali sull’affido familiare, le associazioni dibattono se sia meglio chiudere o lasciare esistere le comunità educative.
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