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giovedì 3 gennaio 2013

JESUS, gennaio 2013 - "Caro Diogneto - 49" di Enzo Bianchi

JESUS, gennaio 2013

Caro Diogneto - 49

Rubrica di ENZO BIANCHI

Da alcuni anni viene ripetuto come uno slogan, che si vuole decisivo e apodittico: “Con Dio o senza Dio tutto cambia”. Queste parole vengono infatti recepite come parole che tracciano un fossato profondo tra credenti in Dio e coloro che non professano una fede in lui, i senza Dio o atei. Tutto cambierebbe, nel senso che dalla professione di fede in Dio discenderebbe un uomo totalmente diverso rispetto a quello che non si sente di professare tale fede.
Occorre dunque riflettere bene su questa affermazione ed esaminarne la plausibilità. Il cristiano con fede evangelica si sente perciò innanzitutto obbligato a confrontarsi, affermando che Dio è un termine troppo ambiguo, perché il Dio dei cristiani non è un qualsiasi Dio, ma il Dio raccontato da Gesù Cristo (cf. Gv 1,18), il Figlio di Dio e il Figlio dell’uomo. È lui che con la sua vita umana nella nostra carne ci ha rivelato il Dio vero e vivente; è lui la vera narrazione di Dio che impedisce al cristiano ogni teismo. Dunque l’affermazione “con Dio o senza Dio tutto cambia” non è sufficiente per garantire che l’uomo trovi in Dio (quale? qualsiasi?) il suo bene, il senso del senso, una traccia di umanizzazione.
Ma il cristiano si può fare delle domande ulteriori: “Si può negare Dio o fare a meno di lui senza pensare a se stesso come a un dio? Se Dio non esiste o non è affermato, l’uomo è necessariamente utilitarista fino a pensare solo a se stesso?...

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