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martedì 8 gennaio 2013

OREUNDICI - IL QUADERNO DI GENNAIO 2013: COLTIVARE FUTURO - "IL RESPIRO DI DIO la patologia dell’individualismo" di Arturo Paoli - L'EDITORIALE di Mario De Maio - Lettera agli amici di Arturo Paoli

COLTIVARE FUTURO

Cari amici,
un anno che inizia è sempre un’apertura all’inedito e all’imprevisto. Con quali riflessioni vogliamo andare incontro insieme all’avventura che la vita ci riserverà? L’atteggiamento che sento fondamentale è quello dell’abbandono fiducioso a una positività, a una ricchezza di Vita nuova che ci aspetta e chiede di essere accolta. Abbandono fiducioso non è passività, ma un atto di grande apertura alla vita che nella sua immensità di ricchezze ogni giorno ci viene offerta. Tra le nostre preoccupazioni e le nostre paure è importante creare uno spazio libero per aprire il cuore e la mente a una ventata di novità...

IL RESPIRO DI DIO
la patologia dell’individualismo

di Arturo Paoli

Domenica 25 novembre 2012 – Liturgia di Cristo Re (Giovanni, 18,33-37) 
La festa di Cristo Re ha un aspetto solenne che induce chiunque a schierarsi per questo Re. Ma Gesù smentisce di essere re secondo la categoria dei potenti della terra...

Domenica 2 dicembre 2012 - Prima di Avvento (Luca, 21,25-28; 34-36) 
Siamo ad un inizio e anche a una fine. Noi persone umane che pensiamo e amiamo, dobbiamo renderci conto che possiamo cambiare essenzialmente la nostra vita interiore, mentre su quella esteriore non abbiamo molto potere. Dobbiamo comprendere che siamo sì individui, che pensano indipendentemente da altri compagni e fratelli, ma la nostra unione, la nostra dipendenza, la nostra relazione è molto più viva di quello che pensiamo...

Domenica 9 dicembre 2012 – II Avvento (Luca, 3,1-6) 
Caratteristica dell’anziano è quella di ripensare al passato, ma questa condizione non è il mio caso, anche se certamente mi vengono in mente ricordi passati, come quella campana che fedelmente suonava tre volte al giorno e il vecchio parroco che ci aveva insegnato a segnarci con la Croce e dire: Tuo è il tempo, Tua è l’eternità. Poi, poco a poco, il mondo si è aperto davanti a me e ho vissuto lungo tempo passando per molte violenze e ingiustizie. Questo mi ha portato a sentire che il mondo è bello ma noi non ci fermiamo davanti alla sua bellezza, perché qualcosa ci rode dentro e crea conflitti: il desiderio di possederlo, di tenerlo nelle nostre mani...
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Il vero soggetto della storia
è l'uomo, senza nome proprio,
se non quello che ci ha dato Gesù:
amico e fratello

Arturo Paoli


Cari amiche e amici,
per la ricorrenza del mio arrivo al secolo ho avuto dei complimenti che ho sentito ispirati da un vero affetto, da stima per quello che sono, e so di non ingannarmi scambiandoli con i soliti doverosi biglietti tradizionali. Sono in parte di non credenti. Sono certo che l’apprezzamento verso la mia persona, che io non vedo scevra di incoerenze, è sincero. Questa accoglienza mi aiuta a non considerarmi arrivato ad una meta definitiva. Arrivati all’inizio della vecchiaia, raggiunto l’epilogo, Gesù ci trasmette un invito impensabile che mi chiede di non pensare a un riposo totale giungendomi la sua opinione: se non tornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli.