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lunedì 14 gennaio 2013

Vizi capitali: Vanagloria. Superbia. Ovvero il rapporto deformato con il fare e con Dio. Le riflessioni di Enzo Bianchi e alcuni capolavori dell'arte

Narciso di Caravaggio
Vanagloria. Superbia. Ovvero il rapporto deformato con il fare e con Dio. Le riflessioni di Enzo Bianchi. E alcuni capolavori dell'arte firmati Bosch, Caravaggio, Tiepolo e Chagall.

Enzo Bianchi dedica il suo ultimo appuntamento con i vizi capitali a vanagloria e orgoglio. E ci fa notare che se ingordigia e lussuria – la prima coppia di vizi da cui eravamo partiti – soddisfano il nostro piacere fisico, vanagloria e orgoglio sono vizi ben peggiori poiché riguardano la sfera della psiche. Potremmo definire la vanagloria come l’arte di farsi belli agli occhi propri e altrui. L’icona della vanagloria è una donna allo specchio così come ce la rappresenta il pittore fiammingo Hieronymus Bosch. O un bel giovane innamorato della propria immagine come il Narciso di Caravaggio(1599). Ma non solo le donne e i giovani si lasciano tentare dal vizio della vanità. Nella nota fiaba di Andersen I vestiti nuovi dell’imperatore anche il sovrano si pavoneggia davanti ai suoi sudditi. E non si accorge di essere nudo. Beffato, nella sua vanagloria, da due sarti imbroglioni...





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