Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



giovedì 14 febbraio 2013

Dimissioni di Papa Benedetto XVI - Reazioni e commenti / 3 - Vian - Messori - Massimo - Monaco - Corradi

... Nelle parole rivolte ai cardinali, prima stupiti e poi commossi, e con la sua decisione che non ha precedenti storici paragonabili, Benedetto XVI dimostra una lucidità e un’umiltà che è innanzi tutto, come ha spiegato una volta, aderenza alla realtà, alla terra (humus). Così, non sentendosi più in grado di «amministrare bene» il ministero affidatogli, ha annunciato la sua rinuncia. Con una decisione umanamente e spiritualmente esemplare, nella piena maturità di un pontificato che, fin dal suo inizio e per quasi otto anni, giorno per giorno, non ha smesso di stupire e lascerà una traccia profonda nella storia. Quella storia che il Papa legge con fiducia nel segno del futuro di Dio.
Leggi tutto: Il futuro di Dio di Giovanni Maria Vian

Ci sarà tutto il tempo per analisi, bilanci, previsioni. Oggi, ancora sconcertati, cercheremo solo di dare una possibile risposta a tre domande che ci sono subito sorte. Innanzitutto: perché, un simile annuncio, proprio in questo giorno di febbraio? Poi: perché in una riunione di cardinali annunciata come di routine? Infine: perché il luogo scelto per il ritiro da Papa emerito?
Riflettendoci, dopo la sorpresa quasi brutale tanto è stata imprevista (e per tutti, nella Gerarchia stessa), mi pare si possano azzardare delle possibili spiegazioni...
Leggi tutto: L'addio del Papa, i tre perché di un gesto umile di Vittorio Messori

Non essendo riuscito a cambiare la Curia, Benedetto XVI è arrivato ad una conclusione amara: va via, è lui che cambia. Si tratta del sacrificio estremo, traumatico, di un pontefice intellettuale sconfitto da un apparato ritenuto troppo incrostato di potere e autoreferenziale per essere riformato. È come se Benedetto XVI avesse cercato di emancipare il papato e la Chiesa cattolica dall'ipoteca di una specie di Seconda Repubblica vaticana; e ne fosse rimasto, invece, vittima. È difficile non percepire la sua scelta come l'esito di una lunga riflessione e di una lunga stanchezza. Accreditarlo come un gesto istintivo significherebbe fare torto a questa figura destinata e entrare nella storia più per le sue dimissioni che per come ha tentato di riformare il cattolicesimo, senza riuscirci come avrebbe voluto...

... Si può dire così: Benedetto XVI, con il suo atto, mette in pratica e pone il suo sigillo su quell’istituto. Non è cosa da poco: egli, per questa via, umanizza la figura del Pontefice come l’aveva umanizzata, per altra e opposta via con l’ostensione della umana sofferenza, il suo predecessore. Ma, di più, accredita una visione meno papocentrica della Chiesa. Un rapporto tra primato del papa, collegialità episcopale e Chiesa popolo di Dio conforme più al Vaticano II che al Vaticano I. Una decisione e un gesto, in sintesi, che valgono più di un trattato ai fini della riforma in senso più evangelico e comunionale della Chiesa...
Leggi tutto: Un gesto che vale più di un trattato di Franco Monaco

Non accadeva da secoli. E si pensava non potesse accadere. Il mondo, da un capo all’altro, sbalordito...
Le parole a lungo ponderate in silenzio, maturate in un confronto serrato fra la coscienza di un uomo e Dio, erompono, inattese. Il web impazzisce. I potenti dichiarano. Ma noi credenti, noi che amiamo Benedetto XVI, che ne ascoltiamo da anni le parole e ne conosciamo il profondo amore per la Chiesa, siamo rimasti, ieri, profondamente smarriti. Tu, te ne vai? In quanti conventi e cattedrali e chiese e missioni e case e favelas in tutto il mondo questa domanda è risuonata ieri, dolorosa. Tu, Pietro, rinunci. E noi nelle nostre fatiche e sofferenze ci siamo sentiti più soli, come un esercito il cui generale, gravato dagli anni, lasci il campo. Semplicemente, dolore: un dolore filiale è ciò che milioni di fedeli hanno sentito addosso, ieri...
Leggi tutto: L’albero che cresce sempre di nuovo di Marina Corradi