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martedì 26 febbraio 2013

Verso il Conclave / 1

IL LASCITO DEL CARDINALE PER UN CAMBIAMENTO RADICALE DELLA CHIESA
... Le critiche espresse dal cardinale nel suo ultimo colloquio erano come un testamento, scritto per amore. Con fermezza poneva alcune persone al centro: i poveri, coloro che ricercano la fede, le donne e gli stranieri. A loro si era dedicato con tutte le forze per l'intera vita. Non a caso le sue richieste hanno preso il nome di «Agenda Martini» per il conclave...
Cosa dice l'«Agenda Martini» a proposito del profilo del nuovo Papa?
Deve essere un ottimista come Giovanni XXIII: non difendere ciò che è antiquato, ma aprire le porte della Chiesa al nuovo. Deve avere molta comprensione umana e fiducia nel futuro.
Deve avere amore come Paolo VI. Forse aveva un eccessivo timore delle possibilità offerte dalla tecnologia, dalla medicina e dalla libertà sociale, ma era una preoccupazione per l'uomo, come amava sottolineare il cardinal Martini quando criticava l'Enciclica Humanae Vitae. Lo poteva testimoniare egli stesso, poiché Paolo VI lo invitava spesso come un amico, a discutere di questioni bibliche.
Deve essere deciso come Giovanni Paolo II. Il cardinal Martini raccontava che il Papa polacco aveva nominato lui, originario di Torino, arcivescovo di Milano, senza ascoltare le obiezioni. Aveva deciso e basta. Con la sua forza riusciva a muovere molte cose in Vaticano e nella politica ecclesiastica. Una forza che ha fatto addirittura crollare la cortina di ferro.

Intervista con il sudafricano Fox Napier uno dei favoriti
Non credo che sarà un conclave rapido come quello del 2005. Chiunque verrà eletto, ha la strada indicata e cioè dovrà completare la purificazione della Chiesa avviata da Benedetto XVI. Nella Cappella Sistina, il senso dell’universalità prevale sulle logiche regionalistiche e sui blocchi geografici di appartenenza». 
Il 71enne sudafricano Wilfried Fox Napier, porporato francescano, è in cima a tutte le lista dei papabili e i bookmaker inglesi scommettono che il «Papa nero» sarà lui (o il curiale ghanese Peter Turkson). Arcivescovo di Durban dal ’92, cardinale dal 2001, è stato nominato da Joseph Ratzinger presidente del Sinodo sull’Africa e membro di quattro dicasteri vaticani.
«Da questa profonda crisi possiamo uscirne con una forte rinascita spirituale, come avvenne ai tempi in cui San Francesco attuò la sua riforma morale». Appena sente l’ipotesi di una sua elezione ride e stempera la tensione con una battuta: «Comincerei come Benedetto ha terminato. Con la rinuncia». Poi il tono torna serio: «È già gravosa la responsabilità di partecipare al conclave, sull’esito non ha senso esprimersi. Sarà ciò che Dio vuole».

... È questo il testimone che il Papa uscente consegna a voi, al suo successore e a tutti noi cristiani, chiamati a proseguire con i nostri diversi carismi sulla strada - certo, non facile - di una reale collegialità e trasparenza, di una maggiore sinodalità per un camminare insieme che ci veda coinvolti nelle scelte, nel quadro di un cristianesimo globale in cui i cristiani del sud del mondo sono ormai più (e più vivi) di quelli dei paesi tradizionalmente cristianizzati e in cui le donne chiedono giustamente a gran voce di essere finalmente protagoniste a pieno titolo. E chiamati ad annunciare con coraggio che il messaggio evangelico sarà realmente vivibile anche in futuro: perché il Dio di Gesù non è solo alleato dell’uomo in genere, ma anche dell’uomo postmoderno, che ha scoperto come valori irrinunciabili la ragione critica e la libertà di coscienza. Quella stessa cui si è richiamato Benedetto XVI per spiegare il valore autentico della sua scelta.
Leggi tutto: Una bussola per la chiesa di domani di Brunetto Salvarani