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sabato 9 marzo 2013

OREUNDICI - IL QUADERNO DI MARZO 2013: AMORE E CREATIVITA' : "UNA VOCE CHE SPEZZA I CUORI Dio non tollera la falsità" di Arturo Paoli - L'EDITORIALE di Mario De Maio -


OREUNDICI
IL QUADERNO DI MARZO 2013

AMORE E CREATIVITA'



L'EDITORIALE DI MARIO DE MAIO

Cari amici,
Vorrei avervi presenti per parlarvi, non solo con lo scritto, ma con tutto me stesso. Vorrei comunicarvi la valanga di pensieri, riflessioni, emozioni che questi due termini, amore e creatività messi insieme, mi suscitano. La potenza delle emozioni cresce di fronte all’urgenza che nasce dal panorama sociale in cui ogni giorno siamo immersi. Non sono catastrofista, anzi sono strutturalmente ottimista. In questo momento storico, così ricco di risorse, opportunità e nuovi orizzonti, come permettere all’Amore di suscitare creativamente felicità, serenità, giustizia, per ogni uomo? Nella nostra ricerca quali sono le ragioni intime che possono animare percorsi di nuova umanità? 


UNA VOCE CHE SPEZZA I CUORI
Dio non tollera la falsità
di Arturo Paoli

Riprendiamo la pubblicazione di alcune omelie domenicali di fratel Arturo, che introducono al tempo della Quaresima che Arturo definisce un “tempo per avvicinarci alla pace, alla cordialità, al non rassegnarci”. 

Domenica 27 gennaio 2013 - Vangelo di Luca 1,1-4; 4,14-21
Questo vangelo è particolarmente importante in questo anno in cui il Papa ha indetto l’anno della fede perché ci aiuta a capire che cosa è la fede. Questo Vangelo sembra smentire l’opinione di coloro che ritengono di essere a p o s t o come cristiani perché conoscono le parole del Credo e la dottrina proclamata dai teologi. Quest’anno si vedranno tante forme di catechesi, ma Gesù pare essere di un’altra opinione... La fede non è fatta di parole, le parole non servono a nulla, si possono moltiplicare attraverso tutti gli strumenti della tecnica, ma non servono a nulla se non sono accompagnate dalle opere. Sono più importanti le opere che le parole, e sapete perché? Perché non possiamo dimenticare che nel nostro mondo ricco ci sono dei poveri e che noi siamo la causa della loro povertà. Che c’entro io? Si domandano alcuni...

Domenica 3 febbraio 2013 - Vangelo di Luca 4,21-30 
La gente accorsa ad ascoltare le parole di Gesù ne è rimasta affascinata, si è resa conto che sono parole nuove e piene di speranza. Ma poi, si è resa conto che quelle parole venivano dalla bocca di una persona conosciuta nel paese, e ha cominciato a diffidare: come può questo giovane che non sembrava affatto un profeta, diventare improvvisamente una persona che annunzia parole nuove? L’incontro finisce male, lo hanno escluso, lo hanno mandato via perché non potevano credere in lui, non poteva essere lui a dire parole così profonde e così piene di responsabilità. Aspettavano dei miracoli, invece Gesù pronunziò delle parole, parole con cui vuole introdurci alla vita, darci occasione di riflettere su noi stessi. Se la parola di Dio non riesce a penetrare dentro di noi, a scuoterci, a ispirarci che cosa dobbiamo fare, diventa inutile anzi ragione di condanna. Che cosa possiamo fare per far sì che queste parole siano feconde in noi?..

Ciascuno di noi
è una parola
pronunciata da Dio
una sola volta
nella storia.

Georges Bernanos