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domenica 7 aprile 2013

Lectio del Vangelo della domenica a cura di fr. Egidio Palumbo



Lectio del Vangelo 
della domenica

a cura di 
fr. Egidio Palumbo
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)


II DOMENICA di PASQUA - anno C - 7-4-2013

Crescere come Corpo donato del Signore

1. Siamo nel tempo pasquale. Esso ha avuto inizio con il Giorno della Risurrezione del Signore, il quale viene caratterizzato, letteralmente, come “l’uno dei sabbati” (Gv 20,1), vale a dire: come un giorno nuovo che si aggiunge ai sette giorni della settimana, ovvero il giorno ottavo (Gv 20,26). 
Chi l’ha fatto questo giorno nuovo? Afferma il Sal 118,24, ripreso dalla liturgia del tempo pasquale, «questo è il giorno che ha fatto il Signore» (salmo responsoriale di questa domenica). Il Giorno della Risurrezione è un Giorno Nuovo, perché è il Giorno Ottavo, cioè il “Giorno senza tramonto”, “il Giorno che non ha fine”, e per questo è il Giorno che racchiude e contiene in sé i sette giorni della settimana. D’ora in poi il cristiano è chiamato a vivere gli altri giorni della settimana alla luce del Giorno Nuovo, dell’Giorno Ottavo della Risurrezione, a viverli cioè come “figlio della luce” (cf. Gv 12,36; 1Ts 5,5; Ef 5,8), come “figlio della Risurrezione” (Lc 20,36 e parall.) 
Il tempo pasquale, allora, pur se composto di cinquanta giorni, in realtà dalla liturgia è vissuto come se fosse un giorno solo, cioè il Giorno Ottavo della Risurrezione del Signore. E infatti, in questo tempo, di giorno in giorno, di domenica in domenica, sentiamo forte la presenza dell’Ottavo Giorno, del Giorno Nuovo “fatto dal Signore” (non va dimenticato che la Domenica è per noi cristiani il Settimo Giorno ma nel contempo è l’inizio dell’Ottavo Giorno). Per questo, nella tradizione viva e più genuina della Chiesa, il tempo pasquale è considerato tempo di mistagogia; vale a dire: si ritorna in vario modo, giorno dopo giorno, domenica dopo domenica, all’evento della Risurrezione del Signore e lo si approfondisce in rapporto alla vita cristiana personale ed ecclesiale, e alla storia che viviamo. 

2. La pagina del vangelo di questa domenica, la seconda dopo Pasqua, ci narra della presenza viva e centrale del Risorto nella comunità cristiana (Gv 20,19-31). Noi non sappiamo dire in che modo è risorto Gesù. Al riguardo possiamo soltanto dire, secondo la testimonianza degli apostoli, che «Dio l’ha risuscitato» (At 2,32), che egli è risuscitato secondo la parola ispirata e profetica delle S. Scritture (cf. Lc 24,45-46; 1Cor 15,3-4). 
Possiamo, invece, dire con abbondanza di particolari significativi (non effimeri o “visionistici”) – sempre a partire dalla testimonianza della apostoli – della sua presenza viva, reale ed efficace nella vita della Chiesa, nella vita personale dei credenti e nella storia umana. L’evento della Risurrezione di Gesù, infatti, non riguarda soltanto la sua persona, ma riguarda anche le nostre persone con Lui, riguarda cioè il nostro risorgere con Lui (cf. Rm 6,4-11; 1Cor 15) sin da adesso, sin da questa nostra vita mortale in cammino nella storia come “figli della risurrezione” per incontrare Lui faccia a faccia nella pienezza dell’Ottavo Giorno. Di questo ci vuol parlare il vangelo di questa domenica...