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domenica 21 aprile 2013

Papa Francesco ai nuovi presbiteri: "per favore, non vi stancate di essere misericordiosi"; ai giovani: "La vita bisogna metterla in gioco per i grandi ideali!": a tutti: "Seguiamo la voce di Gesù che ci guida sulla via della vita"

IV Domenica di Pasqua, 21 aprile 2013

Basilica Vaticana

Siate misericordiosi, siate pastori e non funzionari. E’ l’esortazione che Papa Francesco ha rivolto, stamani, a 10 nuovi sacerdoti della diocesi di Roma, ordinati dal Pontefice nella Basilica di San Pietro, nella 50.ma Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. E’ la prima volta che il nuovo vescovo di Roma celebra il rito di ordinazione presbiteriale. Prima della Messa, il Santo Padre si è recato in sacrestia per pregare insieme agli ordinandi raccomandandoli alla Madonna. Così usava fare, a Buenos Aires, in occasione delle ordinazioni.
L’omelia pronunciata dal Santo Padre è nella sostanza la “Omelia rituale” prevista nell’edizione italiana del Pontificale Romano per l’ordinazione dei presbiteri, omelia che il Papa ha integrato con diverse aggiunte personali.
... Quanto a voi, fratelli e figli dilettissimi, che state per essere promossi all’ordine del presbiterato, considerate che esercitando il ministero della Sacra Dottrina sarete partecipi della missione di Cristo, unico Maestro. Dispensate a tutti quella Parola di Dio, che voi stessi avete ricevuto con gioia. Ricordate le vostre mamme, le vostre nonne, i vostri catechisti, che vi hanno dato la Parola di Dio, la fede…. il dono della fede! Vi hanno trasmesso questo dono della fede. Leggete e meditate assiduamente la Parola del Signore per credere ciò che avete letto, insegnare ciò che avete appreso nella fede, vivere ciò che avete insegnato. Ricordate anche che la Parola di Dio non è proprietà vostra: è Parola di Dio. E la Chiesa è la custode della Parola di Dio...
E oggi vi chiedo in nome di Cristo e della Chiesa: per favore, non vi stancate di essere misericordiosi. Con l’olio santo darete sollievo agli infermi e anche agli anziani: non abbiate vergogna di avere tenerezza con gli anziani...
Siete Pastori, non funzionari. Siete mediatori, non intermediari...
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REGINA COELI
Piazza San Pietro
Cari fratelli e sorelle,
Buongiorno!
La Quarta Domenica del Tempo di Pasqua è caratterizzata dal Vangelo del Buon Pastore che si legge ogni anno. Il brano di oggi riporta queste parole di Gesù: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola» (10,27-30). In questi quattro versetti c’è tutto il messaggio di Gesù, c’è il nucleo centrale del suo Vangelo: Lui ci chiama a partecipare alla sua relazione con il Padre, e questa è la vita eterna.
Gesù vuole stabilire con i suoi amici una relazione che sia il riflesso di quella che Lui stesso ha con il Padre: una relazione di reciproca appartenenza nella fiducia piena, nell’intima comunione. Per esprimere questa intesa profonda, questo rapporto di amicizia Gesù usa l’immagine del pastore con le sue pecore: lui le chiama ed esse riconoscono la sua voce, rispondono al suo richiamo e lo seguono. E’ bellissima questa parabola! Il mistero della voce è suggestivo: pensiamo che fin dal grembo di nostra madre impariamo a riconoscere la sua voce e quella del papà; dal tono di una voce percepiamo l’amore o il disprezzo, l’affetto o la freddezza. La voce di Gesù è unica! Se impariamo a distinguerla, Egli ci guida sulla via della vita, una via che oltrepassa anche l’abisso della morte...
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