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lunedì 15 aprile 2013

Per ricordare la vita e la morte di Vittorio Arrigoni, un ragazzo che non si stancava mai di ripetere il suo credo: restiamo umani.

Centinaia di persone hanno partecipato oggi a Bulciago (Lecco) alla commemorazione dell’attivista Vittorio Arrigoni, sequestrato e ucciso due anni fa a Gaza.
BALLATA PER VIK – La riunione, avvenuta in una palestra troppo piccola per contenere tutti gli intervenuti, e’ stata aperta dalla ‘Ballata per Vik’ composta dal gruppo ‘I Luf’ con Egidia Beretta, la mamma di Vittorio, sindaco di Bulciago. In sala era presente anche la delegazione dei giovani palestinesi che compongono il convoglio impegnato in numerose tappe in Italia per presentare un altro volto della Striscia: quello degli studenti e dei creativi impegnati in una resistenza non violenta contro l’oppressione israeliana e politica. (fonte: Giornalettismo)


IL VIAGGIO DI VITTORIO – La mamma di Vittorio, che recentemente ha anche scritto un libro dal titolo ‘Il viaggio di Vittorio’ per ricordare il figlio, tra l’altro ha detto: ‘Sappiamo chi e’ stato, non chi ha dato l’ordine che puo’ essere anche partito da Gaza. Ma sapere questa verita’ non e’ la mia ragione di vita. La ricerca mi sfinirebbe senza ridarmi mio figlio – ha aggiunto – Preferisco andare avanti parlando di Vittorio com’era da vivo e di come puo’ restare vivo dentro di me e di tutti coloro ai quali ha saputo risvegliare la coscienza’. (fonte: ANSA)

E' il 13 Aprile del 2011: Vittorio Arrigoni, attivista e pacifista italiano, viene sequestrato a Gaza da un commando terrorista che chiede, per la liberazione, il rilascio immediato dal carcere dello sceicco salafita Abu al Walid alMaqdisi. Il giorno successivo Vittorio viene ucciso. 
Chi era Arrigoni, perché era a Gaza, quali erano gli ideali che lo muovevano? 
Con interviste del 2009, all'indomani dell'operazione "Piombo Fuso", documenti e filmati esclusivi, Crash racconta la storia di un attivista convinto, un blogger che attraverso la rete testimoniava quotidianamente quello che succedeva nella striscia di Gaza anche durante i bombardamenti, uno spirito critico che era scomodo a tutti. 
Per ricordare la vita e la morte di un ragazzo che non si stancava mai di ripetere il suo credo: restiamo umani.

"Io che non credo alla guerra, non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera. Dovessi un giorno morire – fra cent’anni - vorrei che sulla mia lapide fosse scritto quello che diceva Nelson Mandela: un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare!
Vittorio Arrigoni 


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