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mercoledì 3 luglio 2013

JESUS, luglio 2013 - Caro Diogneto 55 di Enzo Bianchi - Ritornano i poveri



JESUS, luglio 2013

Caro Diogneto - 55
Rubrica di ENZO BIANCHI


Ritornano i poveri

Nell’ora del concilio tra i cristiani erano vive un’attenzione e un’esigenza: un’attenzione ai poveri e un’esigenza di povertà nella chiesa. Da sempre la chiesa ha sentito che nel messaggio del Vangelo i poveri occupano un posto privilegiato, che sono i primi clienti di diritto della buona notizia, che nell’atteggiamento verso di loro, bisognosi e ultimi, si decide la partecipazione al regno di Dio o la via mortifera che non conosce la vera vita. Ma in quell’ora si comprendeva in modo più approfondito che la chiesa doveva essere povera. “Per una chiesa serva e povera”, era il titolo di un libro di Yves Congar, uno dei grandi ispiratori del concilio, e la ricezione di questo messaggio fu tale che si costituì addirittura un gruppo di vescovi impegnato in una povertà personale e in uno stile povero della pastorale loro affidata.
Era l’ora dell’emergenza dei poveri nel sud del mondo, l’ora della scoperta delle giovani chiese uscite dal colonialismo e alle quali andava un’attenzione non solo missionaria, ma anche verso le loro condizioni di vita e il loro possibile sviluppo. Una chiesa povera e composta di cristiani poveri, a immagine di “Gesù” che “da ricco che era si è fatto povero” (2Cor 8,9) per essere solidale in tutto con noi uomini bisognosi di salvezza e di liberazione. Quante volte abbiamo allora sentito risuonare il testo delle beatitudini nelle comunità cristiane, quante volte erano citati i padri della chiesa – Basilio di Cesarea, Giovanni Crisostomo, Ambrogio di Milano, Gregorio Magno – per le loro parole sui poveri, sulla necessità di condividere i beni e le risorse!
Vi era un acceso dibattito sul tema della povertà e dei poveri in moltissime comunità. E non si può dimenticare che alcuni pastori diedero alle loro comunità cristiane dei testi di alta qualità teologica, testi profetici che ricevettero l’attenzione e l’approvazione di Paolo VI, anch’egli molto sensibile al tema della povertà nel mondo...
Lo abbiamo scritto e riscritto più volte: la brace sotto la cenere è fuoco, basta che qualcuno con un piccolo ramo muova la cenere, ed ecco che il fuoco arde nuovamente. Il Vangelo è questo fuoco sovente coperto dalla cenere della chiesa e dei cristiani, ma se qualcuno rimuove la cenere, il Vangelo torna nuovamente a brillare. Noi ne siamo felici, e per questo ringraziamo papa Francesco: una chiesa povera e per i poveri è la chiesa di Gesù, è una chiesa sempre composta da peccatori, ma capace di portare la buona notizia ai poveri come Gesù stesso ha fatto (cf. Lc 4,18).

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