Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



venerdì 30 agosto 2013

La pace dell’inquietudine dell'amore di Sant'Agostino indicata da Papa Francesco - Cuori inquieti di Marina Corradi

Era maestro di retorica alla corte imperiale, era uomo di studi profondi e di amicizie intense, aveva una donna che amava. Agostino prima della conversione era, ha detto il Papa in apertura del Capitolo dell’ordine agostiniano, «un uomo arrivato». Eppure, interiormente insoddisfatto, cercava; per vie anche sbagliate, da peccatore, continuava a cercare il volto di Dio. È così attuale la vicenda umana di Agostino, che sembra storia di oggi. (Tendiamo sempre a pensare che i santi nascano già santi, dentro a un’aura immateriale e pura. Invece Francesco ha raccontato di un uomo, che un tempo non era così profondamente diverso da noi). Che cosa ne suscitò il cambiamento? Dapprima una insoddisfazione, una tenace inquietudine; come se tutto ciò che quell’uomo aveva non gli potesse bastare. Poi, anche quando trova Dio, Agostino non si chiude in se stesso come fosse arrivato; invece è spinto dall’urgenza di annunciare agli altri il Dio che ha incontrato. «Sempre in cammino, sempre inquieto», ha detto Francesco: questa, ha aggiunto, «è la pace dell’inquietudine».
La pace dell’inquietudine. In questo mese in molti abbiamo riposato, credendo di poter finalmente trovare in giornate tranquille la pace che ci sfugge, crediamo, per troppi impegni. Ma qualcuno di noi ha sperimentato, proprio nel sospirato momento in cui si può stare tranquilli, l’insorgere di una sottile inquietudine. Come se qualcosa, anche nella bellezza del mare o delle montagne, mancasse; come se la pace non si presentasse in quel riposo, e anzi la sua mancanza, nella quiete e nel silenzio, si facesse più vistosa. Insomma, abbiamo sperimentato l’inquietudine nella pace; e oggi invece il Papa ci dice di una pace dell’inquietudine. Sembra, questa pace agostiniana di cui parla Francesco – in un forte eco di Benedetto XVI, da sempre innamorato di Agostino – qualcosa di totalmente diverso dalla pace come la intendiamo noi, quando andiamo in vacanza e ci ripromettiamo: adesso, non ci sono per nessuno. La nostra pace immaginaria è un chiudersi; è un atollo di cui difendiamo gelosamente i confini.
La pace di cui ha parlato il Papa invece è un essere in cammino: giacché non può smettere di andare, chi cerca il volto di Dio. Né può ignorare i compagni di strada che gli si affiancano; perché anzi avverte l’ansia di dire, a quegli sconosciuti, del Dio che ha incontrato. Ci ha chiesto, il Papa, se siamo fra gli inquieti, o fra quelli che «si sono accomodati» nella vita cristiana: paghi di ciò che hanno. Una domanda su cui varrebbe la pena ci soffermassimo, se siamo tra quanti hanno sperimentato, nella pace dell’estate, una confusa inquietudine. Come se qualcosa, anche quando all’apparenza non manca niente, cocciutamente mancasse. Come se fossimo fatti per qualcosa di più grande di ciò che stringiamo fra le mani...
Leggi tutto: Cuori inquieti di Marina Corradi

Omelia durante la Santa Messa in occasione dell'apertura del Capitolo Generale dell'Ordine Agostiniano, presieduta da Papa Francesco nella Chiesa di Sant'Agostino
Guarda il video