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sabato 7 settembre 2013

Che senso ha il digiuno?


Spiazzati da un gesto che non si può banalizzare

Spiazzati un’altra volta, verrebbe da dire dopo aver letto per l’intera settimana le reazioni degli opinion leader e dei giornali sull’invito al digiuno di Papa Francesco. C’è chi non capisce il nesso con l’imminente minaccia di una guerra, come Vittorio Feltri sul Giornale (ma non capire può anche voler dire che mancano categorie di lettura...) e chi invece punta sul discorso della dieta, confondendo i piani. E riducendo al piccolo orizzonte di se stessi. 
Curiosa è poi l’associazione digiuno uguale protesta, quasi che Pannella, con i bagni mediatici di questi anni abbia dettato la linea, esattamente come la detta Bruno Vespa quando fa una delle sue trasmissioni dedicate alle diete che sortiscono l’effetto di non chiarire mai le idee. Ma quella del Papa è davvero un’altra cosa, che implica innanzitutto un desiderio di seguirlo per capire più a fondo cosa voglia dire questo momento storico. Seguirlo nel gesto del digiuno significa cercare un centro, affidarsi a un’idea di distacco che alla fine incide sulla coscienza di ciascuno più che sull’adipe, come hanno ironizzato alcuni. Ciò che, infatti, manca in questo tempo è una coscienza comune rispetto a ciò che vale veramente. 
E il digiuno apre una domanda proprio a questo: cosa vale, per cui conviene "rinunciare" a posizioni personali che possono condurre addirittura a dei conflitti? 
Leggi tutto: Il digiuno ci insegna ciò che vale davvero di Paolo Massobrio

Il messaggio di forza del digiuno 
di Enzo Bianchi

La riflessione del Priore della Comunità Monastica di Bose

Il digiuno è una pratica ascetica comune a tutte le religioni, una prassi vissuta già da Israele, riproposta da Cristo, accolta dalla tradizione ecclesiale e che svolge la funzione basilare di farci sapere qual è la nostra fame, di cosa viviamo, di cosa ci nutriamo.
Con il digiuno noi impariamo a conoscere e a ordinare i nostri tanti appetiti attraverso la moderazione dell’appetito fondamentale e vitale: la fame. Impariamo così a disciplinare le nostre relazioni con gli altri, con la realtà esterna e con Dio, relazioni sempre tentate di voracità. Il digiuno è ascesi del bisogno ed educazione del desiderio.
Quando digiuniamo siamo spinti a discernere la qualità del nostro agire, le conseguenze dei nostri atti, la violenza che immettiamo nei nostri rapporti. Per il cristiano, poi, è confessione di fede fatta con il corpo, pedagogia che porta la totalità della persona all’adorazione di Dio, memoria immessa nel proprio corpo del non vivere di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Per questo, in ore particolarmente decisive e critiche, la chiesa esorta i cristiani a digiunare per «pensare davanti a Dio» le vicende quotidiane, per purificare le proprie convinzioni e convertirsi, così da scegliere sempre in favore della vita. (fonte: VATICAN INSIDER)