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venerdì 13 settembre 2013

Commenti e riflessioni sulla lettera di Papa Francesco a Eugenio Scalfari / 2 : Forte - Bianchi - Ravasi - Sciortino


La lettera di papa Francesco a Eugenio Scalfari, in risposta alle domande che il fondatore di Repubblica gli aveva posto in due differenti editoriali a luglio e agosto sulle pagine del quotidiano, rilancia quell’apertura della Chiesa al mondo, che era stata la grande novità del concilio Vaticano II. Ma, al tempo stesso, rilancia anche l’interesse che il mondo mostra oggi nei confronti della Chiesa, grazie a papa Bergoglio.
Fin dall’inizio del suo pontificato, Francesco ha invitato la Chiesa a non chiudersi in se stessa, nei propri recinti, ma a uscire verso le periferie geografiche ed esistenziali. “La malattia tipica della Chiesa”, ha detto in più occasioni, “è l’autoreferenzialità, il guardare a se stessi, ripiegati su se stessi”. Anche se questa apertura comporta qualche rischio, dice il Papa, “preferisco mille volte di più una Chiesa incidentata che ammalata di autoreferenzialità”. 
Il dialogo a distanza tra papa Francesco ed Eugenio Scalfari, “doveroso e prezioso” sulla scia del Concilio, ricorda i dialoghi con i non credenti che il cardinale Carlo Maria Martini – di cui abbiamo appena ricordato l’anniversario della sua morte - avviò con la “Cattedra dei non credenti”. Per dialogare, scriveva Martini, “occorre avere simpatia per l’altro, avvicinarlo con fiducia. Un dialogo sulle cose importanti della vita è oggi necessario per la sopravvivenza e lo sviluppo delle culture, soprattutto in Europa”... 


La grande lezione dell’umiltà che fa incontrare laici e fedeli
di Bruno Forte
(Arcivescovo di Chieti e teologo)
Il credente è in un certo senso un ateo che ogni giorno si sforza di cominciare a credere. Se non fosse così, la fede non sarebbe un rapporto di amore, e perciò di lotta, che si rinnova ogni giorno nella preghiera, nel servizio a Dio e agli altri. Ricordo quando dissi parole come queste durante gli esercizi che predicavo a Giovanni Paolo II e lo vedo ancora accennare più volte di sì con la testa. La lettera di Papa Francesco a Eugenio Scalfari dà voce a questa convinzione: «Poiché la verità è in definitiva tutt’uno con l’amore, richiede l’umiltà e l’apertura per essere cercata, accolta ed espressa». È questo il messaggio più bello che leggo nel gesto del Papa di rispondere alle domande di Scalfari: l’amore alla persona umana, alla sua ricerca della verità, alla dignità dei suoi dubbi, all’onestà del suo cuore.
L’intelligenza del grande giornalista e la fede pensante di Francesco s’incontrano sull’unica soglia dove ci si ascolta veramente l’un l’altro: l’umiltà. È lì che si percepisce come la verità trascenda tutti, avvolga e — per chi crede nel Dio di Gesù — ami ciascuno… (fonte: “la Repubblica”)

Cristiani esperti in umanità
di Enzo Bianchi
(Priore di Bose)
Un dato raro e prezioso caratterizza la risposta di papa Francesco alle questioni sollevate da Scalfari: il papa non si è limitato ad affermare che il dialogo è “espressione intima e indispensabile” nell’esistenza del credente, ma lo ha intavolato concretamente, avviandosi a percorrere “un tratto di cammino insieme”. Ci è stata cioè risposta nel merito, frutto di un ascolto attento dell’interlocutore e di uno sforzo per la comprensione del suo linguaggio e delle sue ragioni. 
Solidamente radicato nel messaggio evangelico e tenendo il concilio Vaticano II come bussola, papa Francesco non ha esitato a ritrovare nella più autentica tradizione della chiesa il rimando decisivo alla voce della coscienza, insita in ogni essere umano, la testimonianza dell’attesa cristiana, l’essenzialità della predicazione di Gesù di Nazareth che svela a tutti e a ciascuno la comune figliolanza rispetto al Padre.

Lettera del Papa a Scalfari "manifesto" del Cortile dei Gentili
di Gianfranco Ravasi
(Cardinale e presidente del Pontificio Consiglio della Cultura)
La lettera di Papa Francesco si sofferma in particolare sull'importanza del dialogo tra credenti e non credenti. Un tema su cui è particolarmente impegnato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e promotore del "Cortile dei Gentili". Al microfono di Radio Vaticana, il cardinale Ravasi confida i sentimenti cui i quali ha accolto questa lettera del Papa.
Ascolta l'intervista al card. Ravasi di Fabio Colagrande (audio mp3)

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