Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



mercoledì 11 settembre 2013

Lampedusa / Roma Centro Astalli - unite da Papa Francesco per difendere la dignità umana nei rifugiati "carne di Cristo" (cronaca, foto, video)

A poco più di due mesi dalla visita a Lampedusa, Papa Francesco torna in mezzo ai rifugiati e ai profughi per testimoniare la solidarietà della Chiesa e dare voce alla loro speranza.


Il papa è arrivato nel primo pomeriggio in visita al Centro Astalli, che è un servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia nel cuore di Roma, e si e' intrattenuto per circa un'ora e mezza. 
Bergoglio è giunto senza scorta con la sua consueta focus blu, a bordo della quale c'era il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani. Papa Francesco oggi non ha rinunciato solo alla scorta ma anche al "seguito". Il suo percorso è stato identico a quello che ogni giorno compiono gli immigrati, profughi e rifugiati, che entrano al centro Astalli per ricevere ospitalità e accoglienza. 
Francesco è stato accolto dal cardinale vicario, Agostino Vallini e dal direttore del centro padre Giovanni La Manna. Erano un centinaio le persone assiepate lungo le transenne che delimitano l'area: quando il pontefice (preceduto di poco dal sindaco Marino) è arrivato in tanti lo hanno chiamato per ricevere un saluto o un gesto. Il pontefice si è soffermato con alcune persone, parlando e stringendo mani. 
All'ingresso della mensa si è intrattenuto con alcuni rifugiati, in gran parte africani ed ha poi fatto un gesto di saluto verso la folla dei fedeli che lo hanno applaudito ed acclamato a gran voce. Entrando nel Centro Astalli il primo gesto di Papa Francesco è stato di avvicinarsi a una donna incinta dando la benedizione a lei e al bimbo che portava in grembo. Il Papa è subito stato circondato dalla folla dei rifugiati da cui si è lasciato abbracciare e ha avuto parole di speranza e di conforto per ciascuno di loro. 
L'incontro di Francesco è stato strettamente privato, giornalisti, fotografi e telecamere non sono state ammesse all'interno della struttura. 
Sceso nei locali che ogni giorno accolgono oltre 400 persone di diverse parti del mondo, il Papa si è poi intrattenuto con un gruppo di 20 rifugiati, fra cui una giovane donna del Congo, una coppia con figlio del Camerun, un giovane calciatore della Somalia, un giornalista perseguitato in Pakistan e due ragazzi appena giunti dall'Afghanistan. 

Guarda il video

Poi ha pregato nella cappellina del centro e salutato i medici e i pazienti dell’ambulatorio. Qualcuno gli ha offerto il mate, la bevanda tipica argentina, che ha bevuto con piacere. Nella vicina Chiesa del Gesù ha ascoltato le parole di padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, che lo ha ringraziato perché “la sua testimonianza e il suo essere qui con noi ci ricorda l’importanza di essere disponibili con quanti nella vita hanno già pagato un prezzo altissimo, dovendo lasciare tutto e affrontando una fuga che troppe volte li espone alla morte”. Papa Francesco, ha confidato poi padre La Manna, gli ha telefonato due volte per organizzare personalmente la visita, già concordata prima di Lampedusa.
Due testimonianze da Siria e Sudan. Quindi la parola è passata a due testimoni, due storie particolarmente toccanti. Carol, fuggita dalla Siria un anno fa, insegnante: “I giovani e i bambini per tanti anni sono stati la mia ragione di vita – ha detto -. Ho sempre pensato che l’insegnamento e l’educazione fossero una via per la pace. Ma ogni strada di pace e libertà nel mio Paese sembra essere cancellata per sempre. I nostri ragazzi sono stati tutti arruolati o uccisi in una guerra per noi senza senso. Ce li stanno ammazzando tutti. Siamo un Paese senza futuro”. Carol ha concluso con un appello accorato: “Abbiamo bisogno che la comunità internazionale faccia in modo che il popolo siriano smetta di soffrire per una guerra che non vuole e non capisce”. Adam, 33 anni, rifugiato sudanese, ha raccontato di quando in guerra ha perso le sorelle di 4 e 6 anni, morte tra le fiamme, e di quando, costretto ad arruolarsi, si è trovato il nemico di fronte: “Era mio fratello maggiore. Ho lanciato per terra il fucile e ho cominciato a correre, a scappare. La mia fuga è finita in Italia”. Ha poi continuato: "Il viaggio che noi affrontiamo per chiedere asilo in Europa è un crimine contro l’umanità. Eravamo in 170 sulla barca che dalla Libia ci ha portato in Italia. Ognuno di noi ha pagato 1200 $ per affrontare il mare. Molti di noi hanno pagato il biglietto per incontrare la morte. Santità la sua voce è forte. Tutti l’ascoltano. Ci aiuti. Faccia fermare questo massacro. Chiedere asilo non può essere un tragico modo di perdere la vita".
Al termine papa Francesco ha tenuto il suo discorso di cui riportiamo alcuni passaggi:
Cari fratelli e sorelle, buon pomeriggio!
Saluto prima di tutto voi rifugiati e rifugiate. Abbiamo ascoltato Adam e Carol: grazie per le vostre testimonianze forti, sofferte. Ognuno di voi, cari amici, porta una storia di vita che ci parla di drammi di guerre, di conflitti, spesso legati alle politiche internazionali. Ma ognuno di voi porta soprattutto una ricchezza umana e religiosa, una ricchezza da accogliere, non da temere. Molti di voi siete musulmani, di altre religioni; venite da vari Paesi, da situazioni diverse. Non dobbiamo avere paura delle differenze! La fraternità ci fa scoprire che sono una ricchezza, un dono per tutti! Viviamo la fraternità!   ...
Grazie allora a quanti, come questo Centro e altri servizi, ecclesiali, pubblici e privati, si danno da fare per accogliere queste persone con un progetto... a voi, operatori, volontari, benefattori, che non donate solo qualcosa o del tempo, ma che cercate di entrare in relazione con i richiedenti asilo e i rifugiati riconoscendoli come persone, impegnandovi a trovare risposte concrete ai loro bisogni. Tenere sempre viva la speranza! Aiutare a recuperare la fiducia! Mostrare che con l’accoglienza e la fraternità si può aprire una finestra sul futuro - più che una finestra, una porta, e ancora di più -, si può avere ancora un futuro!  ...
Servire, accompagnare, difendere: tre parole che sono il programma di lavoro per i Gesuiti e i loro collaboratori. ...
Per tutta la Chiesa è importante che l’accoglienza del povero e la promozione della giustizia non vengano affidate solo a degli “specialisti”, ma siano un’attenzione di tutta la pastorale, della formazione dei futuri sacerdoti e religiosi, dell’impegno normale di tutte le parrocchie, i movimenti e le aggregazioni ecclesiali. In particolare - e questo è importante e lo dico dal cuore - vorrei invitare anche gli Istituti religiosi a leggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi. Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti. Carissimi religiosi e religiose, i conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare i soldi. I conventi vuoti non sono vostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti. Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma ci vuole anche coraggio. Facciamo tanto, forse siamo chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire. Superare la tentazione della mondanità spirituale per essere vicini alle persone semplici e soprattutto agli ultimi. Abbiamo bisogno di comunità solidali che vivano l’amore in modo concreto! ...

Leggi il testo integrale del discorso del S. Padre al centro Astalli

Quindi, dopo aver pronunciato il suo discorso, si è raccolto nella cappella del centro Astalli a pregare. Prima di lasciare la struttura, ha salutato i medici e visitato l'ambulatorio, dove gli sono stati offerti alcuni dolci e il mate, la tradizionale bevanda argentina. Il Papa ha anche incontrato 250 volontari impegnati nei centri di accoglienza e poi ha concluso la visita, con un gesto significativo, accompagnando alcuni copti egiziani a porre dei fiori sulla tomba di Pedro Arrupe, il fondatore del centro Astalli, nella Chiesa del Gesù, prima di far rientro in Vaticano.

Nella conferenza stampa finale un resoconto dettagliato della visita di Papa Francesco al Centro Astalli, nella Sala Assunta, con padre Federico Lombardi e padre Giovanni La Manna.

Guarda il video