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sabato 14 settembre 2013

Da 6 mesi il cardinale Jorge Mario Bergoglio è diventato Papa Francesco ed ha conquistato il cuore di tutti!

Sei mesi fa, la sera del 13 marzo scorso, il vescovo di Roma venuto «dalla fine del mondo» si affacciava dalla loggia centrale di San Pietro e faceva pregare tutta la piazza recitando il Pater, Ave, Gloria, chiedendo - prima di benedire gli uomini e le donne della sua nuova diocesi e del mondo intero - che la gente pregasse per lui.
L'elezione, avvenuta in tempi rapidissimi come quella del suo predecessore, è stata una sorpresa. Così come una sorpresa, un mese prima, era stato l'annuncio della rinuncia da parte di Benedetto XVI. Due sono gli elementi che balzano agli occhi e che aiutano a spiegare l'attenzione e la simpatia suscitata, anche in ambienti lontani, da Francesco. Un'attenzione e una simpatia che non accennano a diminuire, nonostante le previsioni sulla fine della «luna di miele» mediatica avanzate da chi sembra talvolta rimpiangere i tempi recenti della Chiesa «sotto attacco».
Il primo è la sua testimonianza personale del messaggio evangelico: piccoli e grandi gesti, le piccole o grandi scelte quotidianamente compiute, la sua capacità di incontrare tutti e di parlare a tutti, il suo essere semplicemente se stesso, lo hanno reso non soltanto credibile, ma innanzitutto vicino. Il Papa viene percepito da tantissime persone in tutto il mondo come «uno di noi». Basta guardare agli abbracci con i malati, i sofferenti, i bambini. Basta guardare al tempo che trascorre tra la gente prima e dopo le udienze del mercoledì, per percepire questa vicinanza del vescovo di Roma che non ha paura della tenerezza. Per il resto, i cambiamenti operati sono sotto gli occhi di tutti, in sintonia con l'inedito nome che il Papa gesuita ha scelto di assumere, quello del Poverello di Assisi.
Il secondo elemento è il magistero rappresentato dalle omelie quotidiane della messa a Santa Marta. Brevi commenti sulle Letture del giorno, divenute un appuntamento atteso. Una «catechetica in briciole» (titolo di un libro di Albino Luciani) al tempo stesso profonda e capace di raggiungere il cuore delle persone. Questo magistero, derubricato da taluni come «fervorini», sta accompagnando di giorno in giorno tanti credenti più delle grandi encicliche o dei grandi dibattiti culturali.

Sono passati sei mesi dall’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio alla Cattedra di Pietro, avvenuta il 13 marzo scorso. Un periodo breve eppure intensissimo tanto che, per sentire comune, sembra che Papa Francesco sia con noi da un tempo molto più lungo e sia ormai una figura familiare. E’ questa un’opinione condivisa anche da Gianni Valente, collega dell’agenzia “Fides” legato a Jorge Mario Bergoglio da una lunga amicizia. 
La cosa che balza agli occhi è che in questi sei mesi sentiamo Papa Francesco quasi come uno di casa; è diventato familiare per tanti di noi, per milioni di persone in questo breve periodo. Io penso che, al di là dei momenti eclatanti, importanti - anche pubblici - che scandiscono giorno per giorno questo Pontificato, l’asse di tutto, la sorgente di tutto siano le omelie di Santa Marta. Il punto di incontro tra questo Pastore e la moltitudine dei fedeli, anche di chi non crede, è proprio l’orizzonte della quotidianità, questo flusso continuo di vita e di stupore che, in qualche modo, ha la sua immagine più nitida nell’avere la possibilità giorno per giorno di ascoltare la sua parola, quella di un pastore che legge il Vangelo e lo commenta per tutti. ...
D. - Tu conosci il pastore Jorge Mario Bergoglio da molti anni. Cosa ti colpisce nell’uomo in questo passaggio tra prima e dopo il 13 marzo scorso?
R. - Sicuramente lo sguardo che ha sulle cose è rimasto lo stesso. Però, come ha detto anche il mio amico "padre Pepe", l’ho trovato ringiovanito. Questo sicuramente è evidente, c’è in lui un’energia, una forza che è proprio quella che fa parte dello stupore che provoca in tutti noi. Ed è evidente soprattutto che questa energia non è frutto di uno sforzo o di un entusiasmo per il ruolo che ha ricevuto, ma è quasi il frutto che sgorga da una pace, dalla pace del cuore. Questa è la cosa che comunica subito. È proprio evidente che il suo cuore è abbracciato ed è portato in braccio dalla tenerezza di Gesù, e lui al mondo non vuole dire altro che questo.

Sei mesi fa veniva eletto Papa Francesco. Sei mesi intensi, segnati da decisioni forti, prima tra tutte lo spostamento della residenza pontificia dal Palazzo apostolico a Santa Marta, da dove quotidianamente ci giungono i commenti del Papa sulla Messa del giorno. E poi il progetto di Riforma della Curia Romana e – sulla scia di Benedetto XVI – l’opera di trasparenza finanziaria delle attività economiche vaticane. Ma quali sono le principali novità di questo pontificato? Sergio Centofanti lo ha chiesto al direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi

Dalla sua elezione niente è stato più come prima. I media si contendono le sue immagini, gli ascolti si impennano. Parole semplici, contatto continuo con i fedeli e la gente ha di nuovo fiducia: il sondaggio Demopolis

Guarda il sondaggio il Papa e gli Italiani dell'Istituto Demopolis L'effetto Francesco

Guarda il fotoracconto I 6 mesi di Papa Francesco