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sabato 19 ottobre 2013

"La preghiera ci fa stare nel mondo da responsabili, ci mette negli occhi l’orizzonte di Dio" Alberto Neglia, ocarm (video)


"La preghiera 
ci fa stare nel mondo da responsabili,
ci mette negli occhi l'orizzonte di Dio"  
di Alberto Neglia, ocarm 
(video)

Estratto dell'incontro del 16 ottobre 2013 - 
I Mercoledì della Spiritualità 2013 - 
"La spiritualità cristiana: la preghiera"


"La preghiera sottrae la persona dalla banalità e da una logica perversa e di disordine, dalle alienazioni, la rende consapevole della sua dignità e della sua vocazione e rimette il credente in relazione, in libertà e senza paura, con l’Altro e con gli altri. La preghiera ci fa stare nel mondo da responsabili perché ci mette negli occhi l’orizzonte di Dio.

Se la preghiera ci introduce nel ritmo di Dio, ci fa vedere meglio la volontà del Padre, essa ci aiuta pure a penetrare più profondamente la realtà. Per dirla con Isacco di Ninive, essa è «visione delle fiamme delle cose» e di tutte le cose ci fa assumere la responsabilità con la stessa dedizione di colui che ci abita e impedisce alla nostra carità di disincarnarsi.

Pregando, allora, non abbandoniamo il mondo e i suoi drammi, ma impariamo a vederlo semplicemente in una mutata disposizione. È esperienza in cui viene spostato il centro del nostro pensare e del nostro agire: dall’io a Dio. Egli diventa la sorgente che coinvolge tutte le nostre potenzialità e le spinge al compimento.

Nella preghiera veniamo coinvolti da colui che ci visita a vivere da figli, da uomini liberi, e veniamo anche rassicurati: «Non abbiate paura, sono io» (Gv 6,20), dove quel “sono io” vuol dire io vi do il mio respiro, io vi accompagno, vi apro la strada della vita. Se, nella preghiera, ci affidiamo a lui e ci lasciamo plasmare dallo Spirito di Gesù, che si è aperto al futuro, agli altri fino a donare la vita, allora, assieme a lui impariamo anche noi ad aprirci e a saper donare la vita. Quando impariamo ad accettare di “dare la vita”, allora qualsiasi paura svanirà, perché «il dono di sé, consumato fino alla fine in obbedienza al Padre, è la difficile ma liberante risposta della fede alla paura» (b. costacurta, La vita minacciata. Il tema della paura nella Bibbia Ebraica, PIB, Roma 1988, 285). 

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