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lunedì 24 febbraio 2014

"La Chiesa ascolti il mondo" di Enzo Bianchi

In vista del sinodo dei vescovi, papa Francesco ha voluto inaugurare una nuova modalità nella preparazione del confronto che avverrà in Vaticano il prossimo autunno: affinché si viva davvero un evento sinodale coinvolgente tutta la chiesa è stato inviato un questionario alle singole diocesi in modo che in ogni chiesa locale, parrocchia o comunità fosse possibile per i cristiani manifestare il proprio pensiero su temi e problemi morali che devono essere affrontati con urgenza e sui quali va pronunciata una parola profondamente cristiana. 
Questa iniziativa – che non è piaciuta ad alcuni i quali, senza contestarla apertamente, non hanno assunto alcuna iniziativa né avviato la discussione... - risponde a un bisogno già manifestato negli anni cinquanta da Pio XII: l’emergere di un’opinione pubblica nella chiesa, di un confronto che, invece di tacitare i conflitti o ignorare i nuovi problemi, li affronti e cerchi di risolverli con il discernimento ecclesiale.
Soprattutto sui temi inerenti alla famiglia e alla sessualità era diventato necessario ascoltare quanti vivono la realtà del matrimonio cristiano o della vita di coppia e dare voce anche a quelli che si sentono in situazione di difficoltà o di contraddizione rispetto al magistero tradizionale della chiesa. Ascoltare! Operazione non solo necessaria in tutte le relazioni umane, ma anche profondamente cristiana, essenziale per vivere la comunità dei credenti, cioè la chiesa.
Ebbene, da questo lungo e intenso confronto preparatorio, il questionario ha ricevuto una gran quantità di risposte, mostrando quanto le comunità siano vivaci e capaci di esprimere in modo motivato le loro considerazioni, anche nel coinvolgimento dei mutamenti culturali e di costume avvenuti in questi ultimi decenni soprattutto nelle chiese di antica tradizione cristiana occidentale. Per due anni ci sarà un cammino veramente sinodale di tutta la chiesa su questi temi così urgenti.
Contemporaneamente – e non poteva essere altrimenti – aziende e organismi internazionali operavano sondaggi per conoscere le differenti posizioni delle popolazioni dei vari paesi. In questi giorni appaiono sui media i dati, in verità non così sorprendenti per chi conosce le valutazioni etiche e morali di cui è capace la gente comune. Certo, appare evidente in Italia – l’Italia considerata cattolica, “zoccolo duro del cattolicesimo“ come amano definirla alcuni ecclesiastici – un disaccordo rispetto alle posizioni della chiesa più marcato che non in altri paesi.
Questo ci interpella? Forse il disaccordo dipende dal fatto che in Italia l’etica non è così determinante come in altri paesi? Gli italiani pensano che il divorzio non costituisca peccato così come pensano che il non pagare le tasse non sia peccato? Come mai in Italia – paese in cui la percentuale (80%) di chi si definisce cattolico o frequenta la messa domenicale è la più alta di tutte le circa venti nazioni “cattoliche” occidentali – si disattende così largamente ciò che pensa la chiesa?
E come mai, soprattutto negli ultimi due decenni, c’è stato questo vistoso allontanamento dalla chiesa da parte delle donne e delle nuove generazioni? E come leggere il dato che in Italia – pur nella denuncia ostinata della pedofilia – quasi un cittadino su tre ritiene ammissibili relazioni sessuali con minori?...