Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



mercoledì 12 febbraio 2014

Quando il Papa ritornò "solo" un uomo di Enzo Bianchi

Un anno fa «un fulmine a ciel sereno», come disse il cardinal Sodano, raggiunse la chiesa cattolica, impreparata a vivere una situazione inedita da molti secoli: un vescovo emerito di Roma vivente sotto un nuovo pontificato. Cosa aveva condotto Benedetto XVI a compiere il gesto delle dimissioni? La situazione di conflittualità, di scandali nella curia romana stimolava ancor di più le domande che assumevano anche contorni inquieti. In verità Benedetto XVI nella sua breve dichiarazione di rinuncia aveva affermato l'essenziale: in ragione dell'età avanzata, essendo venute meno le forze necessarie, non si sentiva più adeguato all'esercizio del suo ministero e perciò, in obbedienza alla sua coscienza esercitata nell'ascolto della parola di Dio e nella preghiera, si ritirava
nel nascondimento per essere intercessore per la chiesa.
Una novità, questa icona di preghiera nella chiesa assunta da un successore di Pietro, una novità eloquente per tutti i cattolici che hanno amato e ascoltato questo papa come per quelli che hanno accolto magari con fatica il suo magistero. Nella messa che il cardinale Ratzinger, allora arcivescovo di Monaco, aveva celebrato in occasione della morte di papa Paolo VI nel lontano 1978 così aveva affermato: «Possiamo immaginare come poteva essere pesante il pensiero di non poter appartenere a se stesso... essere incatenato fino alla fine, con il suo corpo che l'abbandonava, a un compito che esige, giorno dopo giorno, l'impegno vivo e pieno di tutte le forze umane». Ratzinger dunque era abitato da un pensiero chiaro, maturato da tempo sulla doverosa rinuncia da compiere al venir meno delle forze: come aveva detto a se stesso, così ha fatto...
Leggi tutto: Quando il Papa ritornò "solo" un uomo di Enzo Bianchi