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martedì 18 marzo 2014

"Apparire o essere?" di don Antonio Savone


Apparire o essere?
Omelia di don Antonio Savone 


Martedì II settimana di Quaresima


Is 1,10.16-20
Sal 49
Mt 23,1-12


Il percorso a noi proposto dalla liturgia è un vero e proprio processo di integrazione tra ruolo e identità.
Quando il ruolo ha nulla a che spartire con la propria esistenza e il personaggio ha la meglio sulla persona, si finisce per diventare mercanti di parole, uomini e donne che inalberano orgogliosamente insegne e titoli, gente che dimena di contentezza quando si sente osservata.
È il rischio dal quale ci mette in guardia questa pagina di vangelo troppo poco frequentata e che ci invita a prendere in considerazione i fatti non le apparenze, le scelte non i discorsi, i gesti non i proclami. Si diventa grotteschi – sembra ripetere Gesù – quando, per un piccolo ritaglio di potere, si crede di poter spadroneggiare su tutto e su tutti. Purtroppo, nessuna forma di potere – neanche quello religioso – è esente da questo rischio.
...
sulla cattedra di mosè
Non fate come loro...
Se almeno riuscissimo a cogliere l’affetto che parole come queste lasciano trasparire. Non fare così, ripete chi ha a cuore la vicenda delle persone a cui si sente legato.
Dire e non fare tradisce un comportamento ipocrita.
...
Trapela dalle parole evangeliche un invito ad essere umili che equivale, poi, ad essere veri.
Mi piace concludere con le parole di un pastore cristiano che è stato in mezzo ai fratelli fino alla fine, proprio come il Signore Gesù:
“La comunità cristiana non ha bisogno di personalità brillanti, ma di fedeli servitori di Gesù e dei fratelli. Non le mancano elementi del primo tipo, ma del secondo. Si può riconoscere autorità nella cura pastorale solo al servitore di Gesù Cristo, che non cerca autorità per sé, ma che si inchina all’autorità della Parola, come un fratello tra i fratelli” (D. Bonhoeffer).

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