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domenica 16 marzo 2014

Riflessione di Enzo Bianchi sul Vangelo della domenica




Riflessione di Enzo Bianchi
sul Vangelo della domenica


II domenica di Quaresima anno A
Mt 17,1-9




Ogni anno nella seconda domenica di quaresima la buona notizia è la trasfigurazione, narrata dai tre vangeli sinottici, evento che noi celebriamo come mistero grande per poterlo vivere nella nostra sequela. Nella fatica di ogni giorno per seguire Gesù portando la nostra propria croce (cf. Mt 16,24) abbiamo bisogno di momenti in cui poter dire: “È bello per noi stare qui accanto a te, Gesù, nostro Signore!”; momenti in cui la luce del “Dio-con-noi” (Mt 1,23) si fa evidente, in cui la nostra fede è confermata dalla voce di Dio che ascoltiamo nel cuore: “È lui il mio Figlio amato, ascoltatelo!”. Sono momenti rari, di presenza elusiva, ma ci sono necessari…

Siamo infatti come Pietro e i discepoli che stavano con Gesù, ma che poco capivano della sua vera gloria, del suo vero potere, della sua vera fame. Non è un caso che il diavolo – l’abbiamo meditato domenica scorsa – abbia tentato Gesù dicendogli: “Se tu sei Figlio di Dio… domina il mondo!” (cf. Mt 4,3.6), e che Pietro poco prima della trasfigurazione, udito da Gesù l’annuncio della sua necessaria passione, gli abbia risposto: “Se tu sei Figlio di Dio, questo non ti potrà mai accadere!” (cf. Mt 16,22). Proprio Pietro che aveva, e lui solo, confessato la vera fede in Gesù – “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16) –, in realtà non sa accettare precisamente questo: che Gesù, in quanto Figlio di un Dio che è amore, non poteva finire per dominare, ma poteva solo dare la sua vita, senza difendersi, e morire come una vittima dei potenti di questo mondo.
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