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domenica 9 marzo 2014

Riflessione di Enzo Bianchi sul Vangelo della domenica



Riflessione di Enzo Bianchi
sul Vangelo della domenica



I domenica di Quaresima anno A
Mt 4,1-11



La prima domenica di quaresima ci presenta in ogni annata liturgica la narrazione delle tentazioni di Gesù. Gesù è stato sempre tentato dal demonio, dalla sua nascita fino alla sua morte, come ogni uomo di carne, fragile, debole, mortale (cf. Eb 4,15). Ma qui l’evangelista cerca di sintetizzare in un quadro il rapporto tra Gesù e il demonio, dunque riassume nelle tre grandi tentazioni tutte le diverse tentazioni vissute da Gesù, secondo uno schema già conosciuto da Israele e testimoniato nell’Antico Testamento: uno schema che peraltro corrisponde anche a ciò che le scienze umane oggi ci dicono riguardo alle passioni, alle libidines fondamentali presenti in ogni persona.

L’umanità, in Adamo ed Eva che la rappresentano, era stata tentata dal diavolo riguardo a un “frutto” che riceve significato non per ciò che è ma per il potere che esercita: l’umano “vide che l’albero era buono da mangiare”, libidoamandi, “appetitoso agli occhi”, libido possidendi, “desiderabile per acquistare potere”, libido dominandi (Gen 3,6). E così, ingannato da questa seduzione del serpente antico – l’avversario, il demonio, Satana, il principe di questo mondo –, acconsente alla tentazione e conosce il male e le sue conseguenze (cf. Gen 3,7). Le stesse seduzioni riguardano nel deserto Israele, il popolo di Dio, e anche in questo caso vi è un cedimento alle tentazioni. 

Ma ecco Gesù, il nuovo Adamo e il primo credente del nuovo popolo di Dio, Gesù uomo e Figlio di Dio, che dopo il battesimo e la proclamazione da parte del Padre della sua qualità di Figlio (cf. Mt 3,17), spinto dallo Spirito santo va nel deserto, nella consapevolezza di essere il Figlio di Dio. In quell’orrido luogo di solitudine, di povertà e anche di fame, Gesù potrebbe sfruttare la sua condizione di Figlio per tornaconto personale, pensando a se stesso e non a Dio da cui veniva la sua identità né agli uomini per i quali Dio l’aveva inviato nel mondo.

Il tentatore potente, perciò demonio (munito di forza), è nel deserto per mettere alla prova Gesù, che come uomo sperimenta in sé le tentazioni comuni a ogni persona...

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