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giovedì 13 marzo 2014

Un anno con Papa Francesco: Cronaca dell'elezione


Retroscena del conclave del 13 marzo La votazione annullata, poi l’applauso A Castel Gandolfo non sentono lo squillo Il colloquio avviene finalmente alle 20.45

L’ arcivescovo di Buenos Aires siede in seconda fila sul lato sinistro della Sistina e ha gli occhi fissi davanti a sé, verso i cardinali ai banchi di fronte e più in alto gli affreschi quattrocenteschi con le storie di Cristo, le «Tentazioni» di Botticelli, il Ghirlandaio e la «Vocazione dei primi apostoli», la «Consegna delle chiavi a Pietro» del Perugino, ma è come se il suo sguardo andasse oltre o piuttosto fosse rivolto all’interno, l’aria assorta, «tranquillo e raccolto» lo descrivono, al suo fianco il grande amico francescano Cláudio Hummes gli ha posato un istante la mano sull’avambraccio, un gesto di conforto, quasi ci siamo, non c’è bisogno di dire nulla. «Bergoglio... Bergoglio...Bergoglio...». 
Mercoledì, 13 marzo 2013, secondo giorno del conclave. Alcuni confratelli hanno tenuto a mente un’ora che non sarà segnata da nessuna parte, il momento dell’elezione: sono le 18.50 quando il cardinale argentino supera il quorum di 77 voti e gli applausi dei porporati al nuovo Papa sovrastano la voce del cardinale scrutatore (sul Corriere della Sera oggi in edicola quattro pagine di speciale sull’elezione del Papa). La lettura delle schede prosegue, i numeri sono segreti ma i consensi vanno ben oltre la soglia dei due terzi, alla fine Jorge Mario riceverà una novantina di voti su 115 elettori. Solo sedici minuti più tardi, alle 19.06, una fumata beffarda - dapprima una bava nerastra che vira al grigio chiaro e poi la sbuffata bianca, bianchissima - segnalerà al pianeta che la Chiesa cattolica è guidata dal 265° successore di Pietro. Per sapere chi è, ci vorrà ancora un’ora abbondante: l’annuncio del protodiacono Jean-Louis Tauran alle 20.12, Habemus Papam , e il nuovo pontefice che alle 20.24 si affaccia alla Loggia delle Benedizioni, «fratelli e sorelle, buonasera!». Ma in quell’istante sospeso, alle sette meno dieci, mentre il cardinale Hummes abbraccia e bacia il suo vecchio amico e gli mormora: «Non dimenticarti dei poveri!», piazza San Pietro è una distesa di ombrelli e bandiere e il mondo intero si diverte a fissare un gabbiano che zampetta sotto la pioggia accanto al comignolo della Cappella, l’unico e invidiatissimo essere vivente fuori dalla Sistina che potrebbe arrivare a cogliere qualcosa di ciò che sta accadendo là dentro. 
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Vedi anche il nostro post:
Habemus Papam! FRANCESCO