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sabato 29 marzo 2014

"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 19/2013-2014 (A) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
di Santino Coppolino



Vangelo: Gv 9,1-41






Il capitolo 9 del Vangelo di Giovanni è un meraviglioso inno a Dio Creatore, il Dio che ha plasmato con le Sue mani la polvere del suolo e con il soffio della Sua bocca ha comunicato all'uomo la Sua stessa vita (cf, Gen 2,7). E' lo stesso Dio che, nella carne di Gesù di Nazareth, "ha piantato la sua tenda in mezzo a noi", che ci rifà nuovi gli occhi perché possiamo contemplare ancora il suo volto di misericordia, di tenerezza e d'amore. E' l'incontro con Gesù "luce del mondo" (9,5) che apre i nostri occhi sulla storia dell'uomo, una storia che "fin dal principio" è fatta di sopraffazione, di oppressione e di morte. Il Signore Gesù, nella la sua Vita e nella sua Parola, impastate con la nostra fragilità, ci ridona la capacità di contemplare la realtà umana con gli occhi stessi di Dio, ci ridona la libertà e la dignità perdute, fa di noi persone totalmente nuove, dei figli ad immagine sua, "il Figlio unigenito Dio che è nel seno del Padre"(1,18). La sua presenza in noi, nelle nostre parole, nei nostri gesti, nelle nostre relazioni, ci renderà irriconoscibili agli occhi di quanti giudicano secondo parametri umani (9,8-9) anche se rivestiti di sacralità religiosa, costoro sì ciechi, perché incapaci di vedere ed accogliere il Dio Vivente che in Cristo Gesù è venuto a ridonarci la vita.
Come Paolo di Tarso che, "apertisquae oculis nihil videbat"(At 9,8), nonostante avesse gli occhi bene aperti, conoscesse cioè profondamente la Torah e fosse irreprensibile nella sua osservanza (cf Fil 3,6), non aveva ancora compreso bene che la Legge di Dio è data all'uomo affinché egli "viva, sia fecondo... e felice lui e i suoi figli dopo di  lui"(Dt 4,40; 30,16). Se così non è, essa diventa strumento di oppressione, giogo insopportabile, strumento che, invece di promuovere e difendere la vita, è dispensatore soltanto di sofferenze e di morte. 
E' il tradimento dell'Alleanza, l'oscuramento della Gloria, una Vita che non può più dirsi tale.
Che cadano allora le scaglie dagli occhi.