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sabato 8 marzo 2014

"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 16/2013-2014 (A) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
di Santino Coppolino



Vangelo: Mt 4,1-11






La prima domenica di quaresima si apre con le tentazioni. Esse hanno luogo nel deserto ove Gesù rimane un tempo lungo: quaranta giorni e quaranta notti, tempo che richiama l'esperienza di Mosè sul Sinài e di Elia nel deserto, i due testimoni che saranno presenti alla Trasfigurazione (17,1-13). Nel battesimo Gesù ha scelto di essere Figlio, in piena solidarietà con noi suoi fratelli, e adesso si aprono a Lui  due scelte, due vie per la salvezza: una, che lo porta a farsi compagno di viaggio di una umanità sofferente e assetata d'amore, condividendo "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini"(GS 1); l'altra, quella diabolica, che lo conduce a distinguersi  da essa attraverso il potere: economico, religioso, politico
Bivio che si presenta a tutti, opposizione interna che attraversa il cuore di ogni uomo.
Le tentazioni si fanno presenti a Gesù come proposte seducenti per meglio raggiungere l'obiettivo, quello cioè di manifestare al mondo che Egli è veramente il Figlio di Dio, usando il potere "a fin di bene". Ma Gesù rifiuta questo tipo di messianismo perché sa che il potere è l'incarnazione visibile e tangibile  dell'idolatria. Idolatria dei beni, con un messianismo economico che tutto traduce in beni di consumo e che trasforma le pietre in pani. Idolatria della religione, con un messianismo  miracolistico, che dispone di Dio a piacimento e lo maneggia a proprio uso e consumo. Idolatria  dell'impero politico, con un messianismo pronto a soggiogare il mondo intero. Queste tentazioni,  o meglio, seduzioni, non rimarranno un episodio isolato della vita del Signore Gesù, egli sarà continuamente messo alla prova dagli uomini dal prendere il potere (cfr Gv 6,15) perché queste erano e sono le attese del mondo, fino alla fine, fin sotto la croce:
"Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce e crederemo in te"(Mt 27,40.42)