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venerdì 4 aprile 2014

Nella Chiesa ci sono «perseguitati da fuori e perseguitati da dentro» - Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
4 aprile 2014
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m. 



Papa Francesco:
"non si può ingabbiare la profezia, lo Spirito"


Oggi i cristiani martiri e perseguitati sono di più che nei primi tempi della Chiesa. Tanto che in alcuni Paesi è vietato persino pregare insieme. È su questa drammatica realtà che Papa Francesco ha centrato la sua meditazione nella messa celebrata venerdì mattina, 4 aprile, nella cappella della Casa Santa Marta.

Il brano del libro dalla Sapienza (2,1.12-22), proclamato nella liturgia, rivela «com’è il cuore degli empi, delle persone che si sono allontanate da Dio e si sono impadronite in questo caso della religione». E com’è il loro «atteggiamento nei confronti dei profeti», fino alla persecuzione appunto. Sono persone, ha detto il Pontefice, che sanno benissimo di avere a che fare con un giusto. Tanto che la Scrittura riporta così il loro pensiero: «Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo e si oppone alle nostre azioni».
Tendere insidie, ha spiegato il Papa, significa fare «un lavoro di chiacchiere fra loro, di calunnie». E così diffamano e «preparano un po’ il brodo per distruggere il giusto». Non possono accettare infatti che ci sia un uomo giusto che, afferma l’antico Testamento, «si oppone alle nostre azioni, ci rimprovera le colpe contro le leggi e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta».
Parole che delineano il profilo dei profeti, perseguitati «in tutta la storia della salvezza».
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Siamo davanti, ha affermato il Santo Padre, a «una ipocrisia storica». È un fatto che «sempre nella storia della salvezza, nel tempo di Israele e anche nella Chiesa, i profeti sono stati perseguitati». Infatti il profeta è un uomo «che dice: ma voi avete sbagliato strada, tornate alla strada di Dio! Questo è il messaggio di un profeta». Un messaggio che «non fa piacere alle persone che hanno il potere di quella strada sbagliata».
Anche Gesù è stato perseguitato. Volevano ucciderlo, come rivela il Vangelo della liturgia (Giovanni 7,1-2.10.25-30). Ed egli certamente «conosceva quale sarebbe stata la sua fine». Le persecuzioni cominciano subito, quando «all’inizio della sua predicazione torna al suo paese, va alla sinagoga e predica». Allora, «subito dopo una grande ammirazione, incominciano» le mormorazioni, come riporta il Vangelo: «Costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». E tutti si domandano: «Con quale autorità viene a insegnarci? Dove ha studiato?».
In una parola, è lo stesso atteggiamento di sempre: «squalificano il Signore, squalificano il profeta per togliere l’autorità». 
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 I profeti «sono tutti perseguitati, non compresi, lasciati da parte: non gli danno posto». E questa è una realtà che «non è finita con la morte e risurrezione di Gesù» ma «è continuata nella Chiesa».
Nella Chiesa infatti ci sono «perseguitati da fuori e perseguitati da dentro». I santi stessi «sono stati perseguitati». Infatti, ha notato il vescovo di Roma, «quando noi leggiamo la vita dei santi» ci troviamo di fronte a tante «incomprensioni e persecuzioni». Perché, essendo profeti, dicevano cose che risultavano «troppo dure».
Così «anche tanti pensatori nella Chiesa sono stati perseguitati». E in proposito Papa Francesco ha affermato: «Io penso a uno adesso, in questo momento, non tanto lontano da noi: un uomo di buona volontà, un profeta davvero, che con i suoi libri rimproverava la Chiesa di allontanarsi dalla strada del Signore. Subito è stato chiamato, i suoi libri sono andati all’indice, gli hanno tolto la cattedra e quest’uomo così finisce la sua vita, non tanto tempo fa. È passato il tempo e oggi è beato». Ma come — si potrebbe obiettare — «ieri era un eretico e oggi è beato?». Sì, «ieri quelli che avevano il potere volevano silenziarlo perché non piaceva quello che diceva. Oggi la Chiesa, che grazie a Dio sa pentirsi, dice: no, quest’uomo è buono! Di più, è sulla strada della santità: è un beato».
La storia ci testimonia dunque che «tutte le persone che lo Spirito Santo sceglie per dire la verità al popolo di Dio soffrono persecuzioni». E qui il Pontefice ha ricordato «l’ultima delle beatitudini di Gesù: beati voi quando siete perseguitati per il mio nome». Ecco che «Gesù è proprio il modello, l’icona: ha sofferto tanto il Signore, è stato perseguitato»; e così facendo «ha preso tutte le persecuzioni del suo popolo».
Ma «ancora oggi i cristiani sono perseguitati» ha avvertito il Papa. Tanto che «oso dire — ha affermato — che forse ci sono tanti o più martiri adesso che nei primi tempi». E sono perseguitati «perché a questa società mondana, a questa società tranquilla che non vuole problemi, dicono la verità e annunciano Gesù Cristo». Davvero «oggi c’è tanta persecuzione».
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Per i cristiani «sempre ci saranno le persecuzioni, le incomprensioni». Ma sono da affrontare con la certezza che «Gesù è il Signore e questa è la sfida e la croce della nostra fede». Così, ha raccomandato il Santo Padre, «quando succede questo, nelle nostre comunità o nel nostro cuore, guardiamo al Signore e pensiamo» al brano del libro dalla Sapienza che parla delle insidie tese dagli empi ai giusti. E ha concluso chiedendo al Signore «la grazia di andare per la sua strada e, se accade, anche con la croce della persecuzione».


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