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giovedì 15 maggio 2014

Il sacerdote in classe nell'era del "touch"...

... Papa Francesco ci chiede di non rimanere “pettinatori di pecore”, ma di essere sempre più “pescatori”, di non aver paura d’essere anche Chiesa “incidentata”, perché osa frequentare strade diverse. I pochi sacerdoti impegnati oggi nella scuola statale o nella scuola in genere possono a buona ragione essere annoverati tra i pescatori inviati a tessere reti non scontate e non sempre così evidenti. 
Dai corridoi alle aule scolastiche, dagli spazi di ricreazione ai collegi docenti, dalle lezioni ai dialoghi in chat con alunni e colleghi docenti, il mare nel quale un sacerdote docente di religione si trova a navigare è assai vasto e popolato. La maggioranza dei giovani che incontra nelle classi della scuola secondaria di secondo grado non frequenta più abitualmente i luoghi del sacro, siano essi la chiesa o l’oratorio. Qualcuno ancora per un po’ si ripresenta al Grest, ma sono i protagonisti di un inesorabile congedo dai noti spazi religiosi, quelli che un docente di religione, sacerdote o laico, si trova nell’ora settimanale di Irc (insegnamento della religione cattolica). 
È certamente una sfida dagli sviluppi mai prevedibili, quella di far ritrovare le coordinate culturali e sociali della dimensione spirituale dell’uomo alla fascia giovanile della popolazione presente a scuola. Non si tratta di fare catechesi, ma di una ricerca di senso, di un pellegrinaggio attraverso le domande e le testimonianze, l’eredità e le provocazioni di comunità cristiane oggi in seria difficoltà nel custodire e nell’accompagnare le giovani generazioni a vivere in modo personale la propria libera vicenda religiosa...