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martedì 24 giugno 2014

VISITA PASTORALE A CASSANO ALL'JONIO (21 giugno 2014) - cronaca, testi, foto e video - prima parte



L'elicottero con Papa Francesco è atterrato alle 9 nell'area antistante il carcere di Castrovillari, centro in provincia di Cosenza, prima tappa della sua visita in Calabria. 
Imponente il servizio d’ordine, con decine di poliziotti, carabinieri e finanzieri schierati. 
Il pontefice è stato accolto con un lungo applauso da centinaia di persone in attesa già dalle prime ore del mattino ed ha subito scherzato con i due bambini che gli hanno offerto dei fiori di benvenuto. 
"Sono emozionato e felice", ha detto mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Jonio e segretario Cei. 
Successivamente ha attraversato due ali di folla ed a piedi ha raggiunto il carcere dove lo attendeva un gruppo di disabili. 

Il Pontefice ha salutato singolarmente i componenti del gruppo e poi è entrato nell’istituto, accolto dal direttore Fedele Rizzo. 







Papa Francesco ha incontrato prima i dipendenti del penitenziario ed i loro familiari, e subito dopo i detenuti.
 
Nel carcere di Castrovillari è detenuto anche Nicola Campolongo, il padre di Cocò, il bambino di tre anni ucciso e bruciato a Cassano allo Jonio insieme al nonno ed alla sua compagna. E Papa Francesco li ha incontrati il padre e le due nonne di Cocò Campolongo. Francesco, riferisce il vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini, ha espresso vicinanza alla mamma del bimbo ucciso sperando che episodi del genere non si ripetano più. «Mai più vittime della ‘ndrangheta». Francesco ha aggiunto che «non deve mai succedere una cosa del genere nella società» e che ha «pregato molto e sta pregando per Cocò e per tutti i bambini vittima di questa sofferenza».
"I familiari del bambino - ha detto mons. Nunzio Galantino - hanno pianto incontrando il Papa. E' stato un momento davvero commovente".
"Pregate per me perché anch'io faccio i miei sbagli e devo fare penitenza". E' quanto ha detto Papa Francesco ai detenuti del carcere di Castrovillari. "Dio non ci condanna, mai fa questo con noi, Dio quando ci perdona ci accompagna e ci aiuta nella strada, sempre", ha detto ancora al Papa ai reclusi nella Casa Circondariale di Castrovillari.
 

Leggi il testo integrale del discorso ai detenuti, al personale penitenziario ed alle loro famiglie nella casa circondariale di Castrovillari

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Dopo Castrovillari il Pontefice si è spostato a Cassano allo Jonio, dove è arrivato intorno alle 10.45 (con 40 minuti di anticipo), giunto in elicottero al campo sportivo, viene accolto dal sindaco Gianni Papasso. Ha salutato migliaia di bambini che lo aspettavano sugli spalti. ‘Papa Francesco uno di noi’, è stato il coro festante con cui i più piccoli hanno accolto il Pontefice. 
Dagli spalti, accanto alle bandiere bianche e gialle, è stata sventolata una bandiera dell’Argentina. Il Papa l’ha vista e l’ha indicata in segno di approvazione. Quindi è salito sulla Papa mobile e si è diretto verso l’hospice ‘San Giuseppe Moscati’, dove si trovano i malati terminali.
 

Francesco si è intrattenuto più di 40 minuti nell’hospice di Cassano allo Jonio, che ospita un centro di cure palliative e di terapia del dolore. All’interno della struttura sanitaria, dopo avere salutato il responsabile, Francesco Nigro Imperiale, è entrato in ogni stanza, dove si è intrattenuto con i malati ed i loro familiari dicendosi vicino alla loro sofferenza. 
"Il Santo Padre - racconta la signora Maria Rosaria, 49 anni, visibilmente emozionata - mi ha preso con entrambe le mani la testa. Non sono riuscita a trattenere le lacrime. E' stato un momento indimenticabile. Mi sento una privilegiata".
."Nelle stanze è stato veramente commovente. Il Papa si avvicinava agli ammalati stringendo loro la mano e dando carezze. E' stata veramente un'atmosfera toccante, emozionante. Non nego di essermi commosso", ha detto il responsabile della struttura, che insieme al vescovo Galantino ha accompagnato il Pontefice nella visita. "In una stanza - ha aggiunto Nigro Imperiale - un degente ha consegnato uno zucchetto al Papa e Francesco, dopo essersi reso conto che lo zucchetto datogli era della sua misura, ci ha consegnato lo zucchetto che in quel momento aveva in testa, sostituendolo con quello ricevuto in dono. Poi, una volta finita la visita nelle stanze degli ammalati, si è intrattenuto con tutto il personale della struttura sanitaria, medici, paramedici e amministrativi".
L'hospice ha fatto dono al Papa di un quadro raffigurante la struttura sanitaria, l'immagine di san Giuseppe Moscati, a cui è dedicata, e ai quattro angoli del quadro ci sono quattro mani che cercano aiuto. Il quadro portava questa dedica: "A sua Santità papa Francesco, per la sua instancabile preghiera per i sofferenti, gli umili e gli indifesi". "Il Papa - evidenzia Nigro Imperiale - è stato favorevolmente colpito sia dalla struttura dell'hospice e sia soprattutto per l'accoglienza umana che viene riservata ai malati e ai loro familiari, cosa peraltro confermata da sua mons. Nunzio Galantino, che ha sottolineato come nell'hospice cassanese si dà molta importanza anche all'accoglienza dei familiari dei degenti".
Piccolo imprevisto per Papa Francesco durante la visita all'hospice. Il primario del centro di cure palliative, Francesco Nigro Imperiale, su espressa richiesta del Santo Padre gli ha rimosso con una pinzetta un piccolo frammento di legno che gli si era conficcato nel dito medio della mano sinistra. "Un'emozione forte avere tra le mie mani la mano sinistra del Papa", ha detto il medico. "Non era niente di preoccupante - ha aggiunto - ed alla fine abbiamo messo un cerotto".
Subito dopo, nella cattedrale di Cassano Jonio Francesco ha incontrato i sacerdoti e ha parlato come un fratello. Il "lavoro con le famiglie e per la famiglia" è ciò a cui il Papa incoraggia i parroci. E’ "un lavoro che il Signore ci chiede di fare in particolare in questo tempo, che è un tempo difficile sia per la famiglia come istituzione, sia per le famiglie, a causa della crisi".
Nel discorso in Cattedrale il Pontefice ha richiamato "la gioia di essere preti e la bellezza della fraternità". 
Poi ha chiesto: "Stiamo lavorando come buoni operai o siamo diventati un po' degli impiegati? Siamo dei canali aperti, generosi, attraverso cui scorre abbondante l'amore di Dio o invece mettiamo al centro noi stessi, e così al posto di essere canali diventiamo schermi che non aiutano l'incontro con il Signore, con la luce e la forza del Vangelo?".
Il Papa ha risposto anche ad alcune domande dei sacerdoti.

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Leggi il testo del discorso preparato dal Santo Padre e consegnato durante l'incontro con il clero

Dopo l'incontro in cattedrale, il Papa ha pranzato in seminario con alcuni ospiti della Caritas e della comunità terapeutica Saman, fondata da Mauro Rostagno. «Forte è colui che una volta caduto riesce a rialzarsi», ha detto loro Bergoglio. Il Pontefice si è avvicinato ai tavoli e ha salutato e scambiato una parola con tutti. I commensali si sono detti «emozionati e particolarmente toccati dall'esperienza vissuta». 
Prima di pranzare il Pontefice ha salutato, davanti al seminario, il bagno di folla festante che da ore lo attendeva. Due gli striscioni più significativi inneggianti: “Papa Francesco sei la nostra speranza, ti vogliamo bene” e “Papa Francesco sei un esempio per tutti noi”.
Appena giunto nel refettorio del seminario Papa Bergoglio ha stretto la mano a tutti i presenti.
“Paragono la gioia di questa giornata a quella provata quando è nata mia figlia”, ci ha detto Fiammetta De Salvo, una dei responsabili della comunità “Saman”.
“Il Papa sembrava uno di noi. Un uomo semplice, umile. Dopo averci dato la benedizione, abbiamo iniziato a mangiare e Sua Santità è stato molto gioviale”, continua Fiammetta.
E’ stato un pranzo semplice, ricco di tipicità calabresi: salumi e formaggi come antipasto, maccheroncini con sugo di salsiccia, un arrosto, polpettone di vitello con contorno di verdure, patate al forno e per finire una macedonia di frutta fresca.
Dopo il pranzo il Papa ha riposato un po' prima di raggiungere Sibari per la Messa.

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