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domenica 31 agosto 2014

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 39/2013-2014 (A) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione sul Vangelo
di Santino Coppolino


Vangelo:  
Mt 16,21-27




" Tu sei il Messia, il Figlio di Dio, il Vivente! "
Dopo la dichiarazione fatta a Cesarea di Filippo, Pietro ora è costretto a fare i conti con la modalità che Gesù intende utilizzare per incarnare il proprio messianismo. Da adesso in poi, e poco alla volta, Gesù comincerà a mostrare ai suoi discepoli la necessità 'divina' di salire a Gerusalemme, dove il Messia sarà chiamato a instaurare il Regno di Dio, ma non come il re Davide, con la violenza delle armi, ma in un modo totalmente altro, pacifico, che i discepoli ancora non riescono a comprendere; e dove lo vedranno assiso su un trono doloroso e infamante: la croce.
Quando Pietro proclama Gesù: "il Messia il figlio di Dio, il Vivente", non ha ancora compreso bene la portata della sua affermazione. Lui e i discepoli vanno dietro a Gesù ma non lo seguono e pensano che egli sia il Messia trionfatore che deve conquistare il potere con la violenza.
Ma ora che il Signore comincia a spiegarglielo, che apertamente annuncia ciò che lo attende a Gerusalemme, non solo si tira indietro ma, conducendo Gesù in disparte, "lo rimprovera" (il verbo utilizzato: epitimao, è lo stesso che l'evangelista usa quando Gesù rimprovera, in un esorcismo, il diavolo). Per Pietro l'affermazione di Gesù suona come una sonora bestemmia, un pensiero diabolico, una realtà lontana da Dio per la quale l'Onnipotente deve perdonarlo.
Infatti non afferma:"Dio non voglia, Signore !", come è riportato nella nostra traduzione, ma:
"Dio ti perdoni/ti usi  misericordia"
Pietro vuole esorcizzare l'idea che il Messia possa essere un perdente, uno sconfitto, uno che "deve molto patire ed essere ucciso", considera Gesù un invasato, un indemoniato, e le sue idee una follia. Gesù ristabilisce subito le gerarchie in seno alla sua comunità e detta ancora una volta le linee guida: è lui la Pietra Angolare sulla quale è edificata la sua Chiesa e non Pietro: "Infatti nessuno può gettare un fondamento diverso da quello già posto, che è Gesù Cristo"(1Cor 3,11), e a lui spetta tracciare il cammino che conduce alla realizzazione del Regno, non certamente a Pietro che, se vuole essere un discepolo fedele, deve lui seguire il suo Maestro, andargli dietro, e non viceversa.
L'unico autentico fondamento della Chiesa è Gesù soltanto, è lui l'esegesi vivente, l'incarnazione del messianismo che ci ha dato con la sua Parola, ma principalmente con la sua morte e resurrezione, e nessuno può arrogarsi il potere di mettere un fondamento diverso da questo. Lo stesso Pietro in seguito, nella sua prima lettera, riconoscerà che il Signore Gesù (e non lui) è la Pietra Angolare, scelta, preziosa, posta a fondamento della nuova Gerusalemme, mentre per coloro che non credono essa è divenuta sasso di inciampo e pietra di scandalo (cf. 1Pt 2,6-8).