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mercoledì 3 settembre 2014

OREUNDICI - IL QUADERNO DI SETTEMBRE 2014 LA PACE CHE ANCORA NON C'E' - L'EDITORIALE di Mario De Maio - LA SCOPERTA DELL’AMORE NEL DOLORE di Arturo Paoli


OREUNDICI

IL QUADERNO DI SETTEMBRE 2014



LA PACE CHE ANCORA NON C'E'



L'EDITORIALE 
di Mario De Maio

Ogni giorno la televisione e le prime pagine dei giornali ci sommergono con immagini di morte provenienti dai diversi scenari di guerra. È terribile vedere quanto dolore e quanta sofferenza abbiamo vicino a casa nostra. Cosa fare? È la domanda che ci viene spontanea, a cui però la risposta è di smarrimento e di grande impotenza. Il tema della “pace” a cui dedichiamo questo quaderno è un tema antico, un tema che percorre tutti i libri del vecchio e del nuovo testamento. È una dimensione soprattutto dell’animo umano che ha mille sfaccettature. Siamo colpiti dalle guerre ma in realtà siamo avvolti in un universo morbido di violenza. Vi è una violenza strutturale nelle nostre istituzioni dove non vi è giustizia e spazio per una pacifica convivenza. Vi è violenza sulle nostre strade dove ogni giorno non si contano più le vittime. Vi è violenza nelle nostre relazioni, personali e sociali, nella politica, nel lavoro, nelle scuole. Eppure questo termine...
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LA SCOPERTA DELL’AMORE NEL DOLORE
una sicurezza profonda, un perno solido e inalienabile
di Arturo Paoli

Introduciamo questo quaderno dedicato alla “pace che cerchiamo” con uno scritto di Arturo Paoli di commento alla parabola del samaritano. Il testo è tratto dall’introduzione al libro Il difficile amore. Un uomo scendeva (Cittadella editrice, 2008). Il senso della parabola del samaritano è stupendo. Un uomo perde i sensi in un’imboscata, si risveglia come avviluppato in una storia d’amore: scoprirà che qualcuno lo ha curato, lo ha portato all’albergo, ha pagato per lui. Non poteva essere amato di più. Questa scoperta è capace di ricostruirlo dal fondo, di dargli la forza di alzarsi e di ricominciare la vita. Nel momento dell’abisso, del buio, della perdita di tutto, lì trova l’amore. «D’amore eterno ti ho amato; perciò ti ho conservato la mia pietà» (Ger 31,3). La nuova storia dell’uomo ritornato alla vita comincia da lì, dalla scoperta di essere stato «comprato», salvato dall’amore. È un’e-sperienza che ognuno di noi deve fare. Mi pare che molti passino tutta la vita attenti alla definizione di Dio, attenti a «chi è Dio», senza arrivare a scoprire «che cosa è Dio», cioè a conoscere e sentire che Dio è Amore. Quando una persona lo scopre in una avventura di dolore – in un risveglio improvviso che pare molto simile a quello del nostro uomo, in una stanza d’albergo nudo, senza soldi, senza sangue – si sentirà come un fiume che ha trovato il suo letto, una pianta nella sua terra, un uomo nella sua patria, in casa sua fra le persone che gli vogliono bene...

Dare voce
al dolore altrui
è premessa
di ogni futura politica
di pace

Carlo Maria Martini
(27 agosto 2003)