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lunedì 20 ottobre 2014

"Il messaggio del sinodo" di Enzo Bianchi


Il messaggio del sinodo
di Enzo Bianchi


Il sinodo straordinario sulla famiglia si chiude oggi (ndr 19/10/2014) con una liturgia eucaristica e la beatificazione di Paolo VI. Ieri tre testi sono apparsi: il tradizionale messaggio conclusivo come saluto e gesto di condivisione, inviato “a tutte le famiglie dei diversi continenti e in particolare a quelle che seguono Cristo” ; la relazione conclusiva votata dai vescovi, con l’inedita indicazione dei voti favorevoli e contrari espressi per ciascun paragrafo, relazione che, per volere del papa diventa anche il documento preparatorio – i Lineamenta – per il prossimo sinodo sulla medesima tematica che avrà luogo a Roma nell’ottobre prossimo. Infine, il discorso di papa Francesco rivolto ai padri sinodali al termine della giornata. Da questi tre testi, di natura diversa e complementare, emerge un unico messaggio non scritto lasciato da papa Francesco e dai vescovi riuniti in sinodo attorno a lui. Non un ipotetico messaggio alternativo, non uno “spirito” del sinodo contrapposto a una “lettera” dei testi, ma un’immagine che la chiesa cattolica ha voluto dare di sé e che, a giudicare dall’attenzione riservatale dai media, è riuscita a trasmettere. È il messaggio di una chiesa che cerca. Ma non come chi non sa dove vuole andare, non come chi procede a tentoni, non come chi ha smarrito l’adesione alla realtà, ma come chi non si stanca di “cercare il regno di Dio e la sua giustizia” (cf. Mt 6,33). Un chiesa quindi che, consapevole della propria inadeguatezza e dei peccati dei suoi membri, cerca ogni giorno una sola cosa: come essere più fedele al Vangelo di Gesù Cristo.

È un messaggio corale di grande libertà interiore, quella libertà che papa Francesco ha chiesto e ha dato a tutti i vescovi: libertà di manifestare senza paure o esitazioni ciò che nel loro cuore e nella loro coscienza il vangelo di Gesù Cristo annuncia riguardo alla sessualità, alla famiglia e alle storie di amore di uomini e donne alla sequela di Gesù. Su questo la testimonianza è stata unanime: massima trasparenza, piena libertà di espressione, fino a manifestare anche dure contrapposizioni. È stata non una scommessa ma un’intuizione profetica di papa Francesco: non solo lasciare che tutti i vescovi parlassero con ordine e coerenza, ma sollecitarli al confronto, favorire l’approfondimento della discussione, permettere che ogni singolo intervento non fosse slegato dal contributo offerto dagli altri. Una libertà di espressione, di reciproca correzione fraterna di cui hanno potuto godere anche, e forse soprattutto, gli esponenti di quella che le votazioni hanno poi mostrato essere una chiara minoranza.

Sì, nella chiesa il processo di discernimento della volontà del Signore può essere faticoso, a volte può perfino passare attraverso la polemica, ma deve sempre essere dettato dall’obbedienza al vangelo e a nient’altro che al vangelo...