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domenica 26 ottobre 2014

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 47/2013-2014 (A) di Santino Coppolino


'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino




Vangelo: Mt 22,34-40 





Nonostante le parole di Gesù suscitino nei suoi ascoltatori 'meraviglia e stupore' (Mt 22,22.33), i suoi nemici, ancora una volta, si radunano insieme per tentarlo, palesando così chi è realmente il loro padre: il diavolo,''tentatore e omicida fin dal principio, menzognero e padre della menzogna'' (cfr.Gv 8,44). La domanda che essi pongono a Gesù verte unicamente sul problema del 'Kelal Gadol'- il Comandamento più grande, tema molto discusso in seno all'ebraismo farisaico di quel tempo, con una casistica che distingueva fra precetti più importanti e precetti meno importanti. Gesù risponde prontamente rimandando i suoi interlocutori al comando dello Shemà: l'amore nei confronti di Dio (Dt 6,5), e quello nei confronti del prossimo (Lv 19,18). Egli ribadisce che l'amore a Dio "con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente" (Luca e Marco, rifacendosi alla LXX, hanno anche "con tutte le forze", cioè con i propri beni) è il primo e più grande dei comandamenti: Dio è al di sopra di tutto. Ma sottolinea anche che il secondo è simile al primo, che "vi è una specie di specularità fra i due precetti"(A. Mello), che l'uno ha bisogno dell'altro, e che l'uno senza l'altro non può reggersi in piedi, come una porta che sta sospesa a due cardini perché non può girare su un cardine solo. In buona sostanza i due precetti vivono in una sorta di divina simbiosi, essendo in realtà un unico comandamento, poiché l'amore per Dio passa inevitabilmente per l'amore ai fratelli. L'Amore è la sola realtà che identifica Dio e l'Uomo, l'unica moneta che possiamo introdurre nel Tempio (22,19-21) e con la quale ci è consentito il Divinum Commercium. "L'Amore è il compimento della legge" (Rm 13,10) perché ci fa simili a Dio, figli amanti come il Padre. Sarà l'autore della 1°lettera di Giovanni che con maggior consapevolezza potrà affermare: "Chi non ama non ha conosciuto Dio, poiché Dio è amore...Se uno dice: << Io amo Dio >> e poi odia il proprio fratello, è un bugiardo: chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E noi abbiamo da Lui questo comandamento: chi ama Dio ami anche il proprio fratello"(1Gv 4,8.20-21).