Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



giovedì 13 novembre 2014

Nel mondo di Danilo "il coraggio è una cosa"... decisamente presente!!!

“La mia anima è precipitata nel mio corpo senza chiedermelo, potevo solo accettarlo”. Danilo ha 30 anni ed è nato a Catania, la città del fuoco e della neve, del mare e della lava nera nelle piazze e nelle strade.

Un equivoco. La sua vita, all’inizio, è stata “un equivoco” tra il corpo “bloccato dalla tetraparesi spastico distonica” e una “intelligenza viva e aperta che aveva tanto da dire”. Ma non poteva, perché la lingua e le mani sembravano fatte di gesso. Poi gli occhi, che non sanno mentire, hanno detto la verità, e Danilo con quelle pupille ha iniziato a parlare grazie a un puntatore ottico. E ha cominciato anche a scrivere. Di sport, per il quotidiano “La Sicilia”, e per la rivista del Sacro Convento “San Francesco Patrono d’Italia”, dove racconta le sue “avventure”. Il mestiere di giornalista - riflette - “comporta ‘l’incontro’, si conoscono uomini, donne, esseri umani, ognuno con il suo universo, ma a me piace fare l’esploratore”. Giorno dopo giorno, pagina dopo pagina, quei grumi di parole sono diventate un libro, “Il coraggio è una cosa”, che Danilo presenta a Roma venerdì. Sabato, all’Urbaniana, Danilo grazie a quel libro riceverà il Premio internazionale “Giuseppe Sciacca”, per la sezione dedicata al giornalismo, nella categoria “Giovani studiosi”.
...

... E Danilo Ferrari insegna a noi tutti come dagli sguardi, dai corpi, dai suoni sia possibile comunicare a un altro livello, nonostante l’assenza della cosiddetta “parola pronunciata”. Nonostante si tratti di un’altra forma di comunicazione, o meglio, di forme molteplici, dirette, profonde. Aspetti, questi, che confermano lo straordinario talento di Danilo Ferrari quale comunicatore d’eccezione: giornalista, scrittore, attore, che pone se stesso in un linguaggio aperto, in cui è essenziale anche e soprattutto l’altro. Così come è avvenuto per scrivere questo libro, possibile grazie all’intermediazione e alla “traslazione” di Maria Stella Accolla, che ne ha letto gli sguardi e i gesti, trasferendoli nelle pagine del volume.

E così, ne “Il coraggio è una cosa”, Danilo scrive della bellezza vissuta, del tempo che scorre, del rumore che scandisce le sue giornate, della gente che lo circonda, ma anche degli attacchi di depressione, dei “brutti pensieri” che talvolta fanno capolino, del senso di isolamento. Danilo però non è solo: a partire dalla sua assistente (la sua “traghettatrice” di parole), alla sua splendida famiglia, ai docenti, agli amici della Nèon, agli studenti che lo hanno intervistato, tutti citati e protagonisti di questo libro, che lo aiutano a raggiungere il traguardo di una normalità che, a leggerla, ci dà contezza che l’unica patologia incurabile rimane il pregiudizio. E non è certo Danilo Ferrari a esserne affetto.

Dell’Opera di Danilo così ha scritto Dario Fo: “Una messa in scena fatta di vita, di sofferenza, di gioia e di conoscenza. Perché solo chi sa raccontare la propria condizione e la vive con gli altri può realizzare un’opera d’arte”.
...


Per saperne di più vedi anche:
“Ho sempre sentito la necessità di parlare, di far sentire la mia voce anche se attraverso un sistema diverso da quello utilizzato da tutti gli altri”. Così Danilo Ferrari ha accolto i presenti alla conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Catania per la presentazione del suo primo libro, “Il coraggio è una cosa”, da cui è stato tratto un omonimo spettacolo teatrale, di cui è anche protagonista, andato in scena al Piccolo Teatro di Catania sabato 26 e domenica 27 aprile...


... Un unico corpo in cui il “normale” e il “diverso” si integrano e abbattono qualsiasi barriera: Danilo Ferrari, giovane catanese affetto dalla nascita da tetraparesi spastico-distonica, si spoglia della sua condizione di immobilità e si muove in lungo e in largo sul palcoscenico grazie al supporto offerto dai suoi colleghi attori...