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giovedì 11 dicembre 2014

Dal “sì” al Vangelo al coraggio di dire dei “no” nel mondo e nella Chiesa di Gregorio Battaglia (VIDEO INTEGRALE)

Dal “sì” al Vangelo al coraggio di dire dei “no”
nel mondo e nella Chiesa 
di Gregorio Battaglia
(VIDEO INTEGRALE)

I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ
2014
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto

TESTIMONI CREDIBILI DEL VANGELO
Lettura della esortazione apostolica
Evangelii Gaudium di Papa Francesco


MERCOLEDÌ 19 NOVEMBRE
Dal “sì” al Vangelo al coraggio di dire dei “no”
nel mondo e nella Chiesa [Evangelii Gaudium nn. 52-109] 

Negli ultimi decenni lo sviluppo tecnologico ha subìto un’accelerazione impressionante. Dalla bio-ingegneria ai mezzi di comunicazione tutto è in movimento, mentre si è andata rafforzando l’idea che per la scienza, oggi, niente sia impossibile, ma che sia solo questione di tempo.

Questi cambiamenti, che hanno interessato sia i paesi industrializzati, sia quelle popolazioni, che non erano state toccate dal fenomeno dell’industrializzazione, sono stati racchiusi in un termine, che vorrebbe essere onnicomprensivo e che va sotto il nome di globalizzazione. Essa sta ad indicare quel processo di unificazione, che di fatto ha toccato in vario modo tutto il pianeta, al fine di creare un grande mercato mondiale.

Questo stretto rapporto tra “mercato” e processo di globalizzazione fa sì che il fenomeno, invece di costituire un vero progresso per l’umanità, intesa come un insieme di popoli e di culture diverse, si traduca in una grande opportunità per una cerchia sempre più ristretta di persone privilegiate.


1. Dire “no” a motivo del Vangelo

Per onestà intellettuale bisogna riconoscere che i vari interventi del Magistero della Chiesa, soprattutto con il famoso Sillabo di Pio IX, per il loro stile perentorio abbiano concorso ad avvalorare l’idea di una Chiesa che sa solo dire dei “No”. Tutto quello che si presentava con il segno del nuovo, ha trovato sempre la Chiesa in un atteggiamento di arroccamento e di difesa.

Diverso, invece, è il “no” che le prime comunità cristiane seppero opporre all’arroganza del potere imperiale. In quel caso era realmente in gioco la verità del Vangelo, la buona novella, che parlava di un Dio, che nel suo Figlio, aveva convocato tutti gli uomini per ricevere l’adozione a figli e per aprirsi all’esperienza di una vera fraternità.

Nella sua esortazione apostolica, papa Francesco invita i cristiani a coltivare uno sguardo contemplativo nei confronti della storia di oggi. Non si tratta di elaborare delle precise analisi sociologiche, ma di sviluppare un vero “discernimento evangelico”: «E’ lo sguardo del discepolo missionario, che si “nutre della luce e della forza dello Spirito Santo”» (EG 50). Al cristiano non è permesso né la rassegnazione, né il distacco disinteressato, perché il senso della sua chiamata consiste soprattutto nell’essere inviato al mondo per proclamare la “buona novella” del Regno.

Gesù, del resto, inizia la sua attività pubblica, proclamando che “il Regno di Dio si è fatto vicino” ed invitando ogni ascoltatore a rendersi conto che Dio vuole instaurare nuove relazioni tra gli uomini, fondate sulla comune esperienza di sentirsi amati come figli di un unico Padre. Il cristiano, in quanto discepolo del Signore, non può esimersi dall’impegno di annunciare con la vita e la parola che Dio ha gettato nel cuore degli uomini il “seme” del suo Regno. Si tratta di riconoscere la sua Paternità ed allo stesso tempo di operare una vigile azione di discernimento, per mettere in guardia su ciò che va in senso contrario al disegno di Dio e ciò che, invece, può essere considerato un frutto del Regno.

Con i “NO” da dire, l’EG non intende invitare i cristiani a considerare le innovazioni tecnologiche un’opera diabolica, piuttosto essa vuole chiedere ad ogni discepolo del Signore di non lasciarsi prendere dal panico e nemmeno di abbracciare entusiasticamente ogni novità, ma di saper cogliere le sofferenze ed i contraccolpi, che tali novità producono sulla carne viva delle persone, dicendo una parola di vera liberazione.
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