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mercoledì 31 dicembre 2014

"Potere e coscienza" riflessione a cura di p Felice Scalia


MESSINA - 19 DICEMBRE 2014
"Potere e coscienza"
 di p. Felice Scalia
La riflessione proposta ha per tema 
“La Coscienza e il Potere”,
 un testo del vescovo  don Tonino Bello.


“Può un uomo avere una "coscienza" che impedisce al potere di diventare "dominio" per mantenerlo in una dimensione di autentico "servizio" al bene della collettività?”.

".. Esplodono scandali e veniamo messi di fronte alle nostre responsabilità. Di chi ci siamo fidati? A chi ci siamo affidati? E tutto sembra così pervasivo che mala-vita e sistema ufficiale di governo nel mondo, combacino. Tutti e due sono incuranti dei diritti dell’uomo, tutti e due perseguono gli interessi propri, solo che per i primi c’è il bene della cosca, degli affiliati, per il secondo il potere della nazione o del Continente egemone. Tutti e due uccidono, usano la forza come norma del “diritto” (Sap 2), tutti e due rubano ed infangano il povero, prosperano sul delitto e l’esclusione. Siamo sbigottiti. Chi attendere, che attendere? E’ servito a qualcosa il fatto che Gesù di Nazareth sia nato ed abbia parlato all’uomo? Su queste domande che ci inchiodano in ricerche radicali del senso di ciò che facciamo, rifletteremo con l’aiuto di don Tonino Bello, vescovo straordinario (cioè anomalo, vero “sbaglio dello Spirito”) che su una declinazione del Vangelo nella vita ha scommesso tutto, fino all’ultimo respiro della sua vita. 
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Abbiamo bisogno di un “uomo nuovo”, di un uomo cioè che abbia una relazione etica con se stesso, così salda, così libera da stereotipi e voglie di accaparramento e successo individualistico, da potere immaginare di fondare un mondo diverso. Se non cambia la relazione tra l’uomo e la sua interiorità, non cambia la nostra relazione col mondo. Non cambia questo sfruttamento planetario dell’uomo sull’uomo, del forte sul debole. Abbiamo bisogno che l’uomo scopra la sua anima, la sua coscienza, la necessità di una “coscienza altra”. Noi abbiamo una società che è “nuova” rispetto alla tecnica, non “nuova” rispetto all’umanità.
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Don Tonino Bello .. questo “strano” vescovo confessa: “Vivo moltissimo questo travaglio, vivo molto la nostalgia delle scaturigini, della fontana, e vivo con insofferenza il peso della struttura. La nostalgia della fontana è nostalgia del Vangelo. Non per nulla sono affascinato da tutto ciò che mi porta, non indietro, ma al punto di partenza”. E “punto di partenza” è quella indignazione sulla condizione dell’uomo e della vita sul Pianeta che fa nascere un primordiale “non è giusto!” su cui si aggancia la voglia di spendersi perché “la giustizia germogli dalla terra e la pace si affacci dal cielo”. Si intuisce a questo punto che il salto di qualità può essere fatto solo da un uomo “nuovo”, alieno dal mondo vecchio, libero da condizionamenti, per nulla asservito a forze esterne che lo dominano, per quanto ovvie e legali possano essere considerate. Il mondo nuovo può nascere da Antigone che si sente estranea al Palazzo del tiranno Creonte, non da Ismene che vi trova rifugio. Può essere fatto da uomini capaci di esercitare il potere per negarlo facendolo diventare “servizio”, non per accumulare vantaggi per l’istituzione, tantomeno per sé (pg 13).
Forse questa libertà interiore è già qualcosa di raro. 
La libertà dei servi ci è concessa in abbondanza, quella degli uomini liberi, mai. 
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Le istituzioni (tutte!) temono la coscienza, anche se nascono come luoghi dove la coscienza dell’individuo reclama la sua libertà. Le istituzioni, nella concretezza creano leggi e vogliono obbedienza.
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"Potere e coscienza"  di p. Felice Scalia (PDF)