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mercoledì 21 gennaio 2015

Rapporto OXFAM 'Un povero mondo di pochi ricchi' - "Scandaloso e insopportabile il divario tra ricchi e poveri!. La politica e la finanza devono intervenire" di Mons. Nunzio Galantino

Rapporto OXFAM -  'Un povero mondo di pochi ricchi'
I ricchi sempre più i ricchi i poveri sempre più poveri
Il prossimo anno l'1% della popolazione mondiale avrà più del restante 99%



"Scandaloso e insopportabile
 il divario tra ricchi e poveri!.
 La politica deve intervenire" 
Mons. Nunzio Galantino,  
segretario generale della Conferenza Episcopale italiana



"La prima cosa da dire è che chi si sorprende per le ultime cifre emerse sulla povertà o vive sulla luna oppure fa finta di non sapere, mente sapendo di mentire. Perché sono cifre che chiunque abbia un occhio e un orecchio puntati sulla realtà quotidiana, anche nella nostra Italia, non può non vedere e non sentire, altrimenti è in mala fede". E' questa la prima reazione con la quale monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, la Conferenza Episcopale italiana, commenta all'AdnKronos il dato contenuto nel rapporto Oxfam sulla povertà diffuso alla vigilia del World Economic Forum di Davos, in Svizzera, dal titolo 'Un povero mondo di pochi ricchi' dal quale emerge che il prossimo anno l'1% della popolazione mondiale avrà più del restante 99%".

"Troppo spesso si ragiona in favore di chi possiede, di chi non ha problemi economici, di chi non è costretto a combattere per la sopravvivenza ma al contrario vive ben al di sopra delle sue necessità - accusa monsignor Galantino - Mi auguro che questi numeri non facciano scalpore soltanto per un giorno, non siano considerati come meri dati statistici ma si consideri che dietro questo divario, che in realtà non è altro che un vero e proprio scandalo, ci stanno persone in carne e ossa".

Il segretario generale dei vescovi italiani ammonisce: "La politica e la finanza non possono più continuare a stilare agende programmatiche senza tenere conto della crescita abnorme delle disuguaglianze economiche e sociali. Sarebbe davvero scandaloso non partire da queste cifre insopportabili, specie per i giovani che non riescono più a progettare il loro futuro. E' quanto avverte, quasi ogni giorno, anche Papa Francesco, con parole chiare e semplici che nessuno può dire di non comprendere. La politica e la finanza non possono più avere alibi".
(Fonte: Adnkronos)


Un povero mondo di pochi ricchi
Nel 2016, l’1% della popolazione mondiale possiederà più del restante 99%. Winnie Byanyima, co-chair del Forum di Davos, dice che la continua crescita della disuguaglianza va arginata. Si può cominciare dal contrasto all’elusione fiscale delle multinazionali.

Secondo il Rapporto Grandi disuguaglianze crescono di Oxfam, la ricchezza detenuta dall’1% della popolazione mondiale supererà nel 2016 quella del restante 99%. Il fatto che questa disuguaglianza sia in continua e costante crescita rende necessarie misure dirette a invertire la tendenza.

Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, il Rapporto denuncia il fatto che l’esplosione della disuguaglianza frena la lotta alla povertà in un mondo dove oltre un miliardo di persone vive con meno di 1,25 dollari al giorno, e 1 su 9 non ha nemmeno abbastanza da mangiare.

Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam International, userà quest’anno tutta l’influenza che deriva dal suo ruolo di co-chair al Forum per chiedere un’azione urgente volta ad arginare la marea crescente della disuguaglianza, partendo da una proposta di contrasto reale all’elusione fiscale delle multinazionali e da una spinta verso l’adozione di un trattato globale di lotta ai cambiamenti climatici.

Grandi disuguaglianze crescono è il documento di analisi pubblicato oggi da Oxfam, da cui emerge che l’1% della popolazione ha visto la propria quota di ricchezza mondiale crescere dal 44% del 2009 al 48% del 2014 e che a questo ritmo si supererà il 50% nel 2016. Gli esponenti di questa elite avevano una media di 2,7 milioni di dollari pro capite nel 2014. Del rimanente 52% della ricchezza globale, quasi tutto era posseduto da un altro quinto della popolazione mondiale più agiata, mentre il residuale 5,5% rimaneva disponibile per l’80% del resto del mondo: vale a dire 3,851 dollari a testa, 700 volte meno della media detenuta dal ricchissimo 1%.

“Vogliamo davvero vivere in un mondo dove l’1% possiede più di tutti noi messi insieme? – ha detto Winnie Byanyima – La portata della disuguaglianza è semplicemente sconcertante e nonostante le molte questioni che affollano l’agenda globale, il divario tra i ricchissimi e il resto della popolazione mondiale rimane un totem, con ritmi di crescita preoccupanti.”

“Se il quadro rimane quello attuale anche le elite ne pagheranno le conseguenze – afferma Roberto Barbieri, Direttore Generale di Oxfam Italia – perché non affrontare il problema della disuguaglianza riporterà la lotta alla povertà indietro di decenni. I più poveri sono poi colpiti 2 volte: perché hanno accesso a una fetta più piccola della torta e perché in assoluto ci sarà sempre meno torta da spartirsi, visto che la disuguaglianza estrema impedisce la crescita.”

Lo scorso anno, Oxfam ha dominato la scena a Davos, rivelando che gli 85 paperon de’ paperoni del mondo detenevano la ricchezza del 50% della popolazione più povera (3,5 miliardi di persone). Quest’anno il numero è sceso a 80, una diminuzione impressionante dai 388 del 2010. La ricchezza di questi 80 è raddoppiata in termini di liquidità tra il 2009-2014.

Oxfam chiede ai governi di adottare un piano di sette punti per affrontare la disuguaglianza:

- contrasto all’elusione fiscale di multinazionali e individui miliardari;
- investimento in servizi pubblici gratuiti, come salute e istruzione;
- distribuzione equa del peso fiscale, spostando la tassazione da lavoro e consumi verso capitali e ricchezza;
- introduzione di salari minimi e graduale adozione di salari dignitosi per tutti i lavoratori;
- introduzione di una legislazione ispirata alla parità di retribuzione, e politiche economiche che prevedano una giusta quota per le donne;
- reti di protezione sociale per i più poveri, incluso un reddito minimo garantito;
- un obiettivo globale di lotta alla disuguaglianza.

Il documento di analisi di oggi, che arriva dopo il rapporto di ottobre Partire a pari merito: eliminare la disuguaglianza estrema per eliminare la povertà estrema, fa luce sul fatto che le grandi ricchezze siano passate alle generazioni successive e che le elite mobilitino ingenti risorse per piegare regole e leggi a loro favore. Più di un terzo dei 1.645 miliardari della classifica Forbes ha ereditato parte o tutta la ricchezza che detiene.

Il 20% dei miliardari ha interessi nei settori finanziario e assicurativo, un gruppo che ha visto la propria liquidità crescere dell’11% nei 12 mesi precedenti a marzo 2014. Questi settori hanno speso 550 milioni di dollari per fare lobby sui decisori politici a Washington e Bruxelles nel 2013. Nel 2012 negli Stati Uniti solo durante il ciclo elettorale, il settore finanziario ha speso 571 milioni di dollari in contributi per le campagne.

I miliardari che hanno interessi nei settori farmaceutico e sanitario hanno visto il loro patrimonio netto collettivo crescere del 47% in un solo anno. Questi settori, durante il 2013, hanno speso oltre 500 milioni di dollari in lobby a Washington e Bruxelles.

La preoccupazione di Oxfam è che il potere di lobby di questi settori possa essere un ostacolo alla riforma del sistema fiscale globale e all’adozione di regole sulla proprietà intellettuale che non precludano l’accesso dei più poveri a medicine salva-vita.

Come più volte ribadito da più parti, Fondo Monetario Internazionale in primis, la disuguaglianza estrema non è soltanto una pessima notizia per gli ultimi del mondo ma anche un danno enorme per la crescita economica.
Leggi tutto:
rapporto "Grandi disuguaglianze crescono"  (PDF)
- articolo "il Sole24ore"

ANCHE IN ITALIA - La crisi raddoppia il patrimonio alle dieci famiglie più ricche di 20 milioni di italiani
A partire dal 2008 drastico allargamento delle distanze sociali. Tra gli abbienti sale il ceto produttivo, giù quello delle rendite
Nel 2008 la ricchezza netta accumulata del 30% più povero degli italiani, poco più di 18 milioni di persone, era pari al doppio del patrimonio complessivo delle dieci famiglie più ricche del Paese. I 18,1 milioni di italiani più poveri in termini patrimoniali avevano, messi insieme, 114 miliardi di euro fra immobili, denaro liquido e risparmi investiti. Le dieci famiglie più ricche invece arrivavano a un totale di 58 miliardi di euro. In altri termini persone come Leonardo Del Vecchio, i Ferrero, i Berlusconi, Giorgio Armani o Francesco Gaetano Caltagirone, anche coalizzandosi, arrivavano a valere più o meno la metà di un gruppo di 18 milioni di persone che, in media, potevano contare su un patrimonio di 6.300 euro ciascuno. 
Cinque anni dopo, e siamo nel 2013, sorpasso e doppiaggio sono già consumati: le dieci famiglie con i maggiori patrimoni ora sono diventate più ricche di quanto lo sia nel complesso il 30% degli italiani (e residenti stranieri) più poveri. Quelle grandi famiglie a questo punto detengono nel complesso 98 miliardi di euro. Per loro un balzo in avanti patrimoniale di quasi il 70%, compiuto mentre l'economia italiana balzava all'indietro di circa il 12%. I 18 milioni di italiani al fondo delle classifiche della ricchezza sono scesi invece a 96 miliardi: una scivolata in termini reali (cioè tenuto conto dell'erosione del potere d'acquisto dovuta all'inflazione) di poco superiore al 20%. Quanto poi a quelli che in base ai patrimoni sono gli ultimi dodici milioni di abitanti, il 20% più povero della popolazione del Paese, lo squilibrio è ancora più marcato: nel 2013 le 10 famiglie più ricche d'Italia hanno risorse patrimoniali sei volte superiori alle loro. ...
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La crisi raddoppia il patrimonio alle dieci famiglie più ricche di 20 milioni di italiani


Quale rapporto tra economia e politica?
L'esempio di Giorgio La Pira di Gregorio Battaglia, o. carm. 
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