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sabato 7 febbraio 2015

Cantico dei Cantici - Il libro che ha consacrato l’amore di Piero Citati



Cantico dei Cantici 
Il libro che ha consacrato l’amore
di Piero Citati


Con il Cantico dei Cantici Dio 
ha donato al suo popolo un sentimento contagioso



Israele nutriva un’immensa passione per Il Cantico dei Cantici: diceva che «il mondo intero non è degno del giorno in cui esso ci è stato donato da Dio». Tutti i libri della Bibbia erano santi, ma Il Cantico era il più santo di tutti: il più posseduto dal dono fisico della sacralità, che lo intingeva in ogni verso, sebbene parlasse, in apparenza, di una cosa profana, come l’amore. Nulla è meno profano dell’amore che possiede Il Cantico dei Cantici. Dio tenta di conquistare il suo popolo: lo attira a sé con soavi legami di tenerezza, con indicibili vincoli d’amore. Dice ad Israele: «Io ti ho amato di un amore eterno, e perciò ti ho conservato la mia compassione». L’amore di Dio scende verso il suo popolo: diventa l’amore che l’uomo nutre verso la donna e la donna verso l’uomo; e poi risale, trasformandosi nella passione del popolo intero verso il suo Dio, senza che mai, nemmeno un attimo, venga dimenticato l’alone e l’impronta del sacro. Il dono meraviglioso del Cantico è proprio questo: il sacro impegna tutte le cose e le parole profane — il profumo di mirra, la lettiga, il combattente che impugna la spada, il baldacchino con le colonne d’argento, la tenerezza e i languori della vita quotidiana. I lettori cristiani del Cantico, lo hanno spesso spiritualizzato o allegorizzato, offesi dalla sua esuberanza fisica. Il Cantico è invece fisicissimo: quest’amore avviene nella natura: «Il nostro letto è lussureggiante; pareti della nostra casa sono i cedri, i nostri soffitti i cipressi».
...
Il possesso reciproco nasce dalla ininterrotta donazione reciproca: Dio diventa uomo, l’uomo diventa Dio, il maschio insegue la femmina, la femmina insegue il maschio, lo spirito è il corpo, il corpo è lo spirito. Tanto l’amato quanto l’amata sono vasti e aperti come la natura universale: non hanno limiti; eppure, al tempo stesso, sono (specialmente l’amata) chiusi: «Un giardino chiuso sei, / un giardino chiuso, una sorgente sigillata». I loro rapporti sono strettissimi, come quelli tra fratello e sorella, tra figlio e madre, amico e amica, sposo e sposa: tutte le figure amorose si attraggono e si identificano; legate da un fascino che avvince ogni momento e costituisce insieme una meraviglia e un pericolo. «Distogli da me i tuoi occhi, / perché mi stregano». Questo fascino è un sigillo. «Pònimi come un sigillo sul tuo cuore, / come un sigillo sul tuo braccio».