Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



sabato 28 marzo 2015

L’elogio delle lacrime - JESUS, marzo 2015 La bisaccia del mendicante di ENZO BIANCHI


JESUS, marzo 2015
La bisaccia del mendicante

Rubrica di ENZO BIANCHI



Al sorgere del ricordo di alcuni eventi o insegnamenti ricevuti nella mia giovinezza, mi assale il sentimento di aver vissuto una vita in un mondo che non solo non esiste più, ma che appare oggi strano se non inverosimile. Così, in questi giorni quaresimali, mi ritorna in mente come allora fosse frequente la preghiera per ottenere il dono della lacrime: sì, si pregava per piangere! Oggi invece non vediamo facilmente le persone piangere, perché le lacrime appaiono come un segno di fragilità, qualcosa di cui vergognarsi, che comunque non va mostrato perché giudicato come cosa da bambini o da donne: gli adulti sanno dominare le lacrime e hanno il dovere di vivere e comportarsi siccis oculis, “con gli occhi secchi”.

In realtà, uomini e donne continuano a piangere e non credo a quanti affermano che le lacrime sono frequenti solo in alcune epoche come il romanticismo: forse è vero che le arti, la pittura, la musica non le testimoniano in tutte le epoche, ma il cuore umano sa piangere sempre. Certo, nella misura in cui si riduce il bene al benessere e il male al malessere, molti si impegnano a evitare accuratamente la possibilità della sofferenza fino a rimuoverla e negarla: di conseguenza, non si “lasciano andare” a piangere, soprattutto di fronte agli altri, eppure a volte anche costoro conoscono il pianto e il suo imporsi.
...
Io mi sento di fare l’elogio delle lacrime, e ancora oggi, quando sento che i miei giorni rischiano di scorrere siccis oculis, allora recito l’orazione per chiedere il dono delle lacrime. E quando sopraggiungono come pura gratuità, le lascio scorrere e cerco di non temere se altri vedono. Del resto, cosa vedono in realtà? Ciò che sto vivendo di dolore o di gioia... Sì, quando si hanno le lacrime agli occhi, lo sguardo è come velato ma discerne più in profondità: la visione è “ante et retro oculata”, si vede davanti e di dietro, si vede “altrimenti”.
Un cristiano, poi, nella preghiera dei salmi trova tante volte le lacrime: lacrime che sono pane che uno mangia, lacrime che Dio raccoglie in un otre perché non le dimentica ma le considera preziose, lacrime di pentimento per il male fatto, lacrime di esultanza che sgorgano come danza di gioia... E come dimenticare che anche Gesù ha pianto, svelandoci che in lui Dio ha conosciuto i sentimenti umani fino a piangere: ha pianto sull’umanità piangendo su Gerusalemme, ha pianto per amore del suo amico Lazzaro, ha pianto per la propria sofferenza e morte. La Lettera agli Ebrei (5,7-8) ci dice anche che Gesù piangendo ha imparato l’obbedienza...

Papa Francesco nel recente viaggio nelle Filippine ha incontrato una donna che piangeva e subito dopo ha esclamato semplicemente: “Impariamo a piangere... se non imparate a piangere non potete essere buoni cristiani!”. Cioran affermava che “nell’ultimo giudizio saranno pesate solo le lacrime” e Camus ribadiva che “nessuna lacrima deve andare persa, nessuna morte deve accadere senza una risurrezione”.