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venerdì 17 aprile 2015

La prima benedizione di don Salvatore Mellone, come promesso, è per Papa Francesco

Salvatore Mellone, 38 anni, un male incurabile diagnosticato cinque anni fa e ora in fase terminale, ieri pomeriggio ha realizzato il suo desiderio più grande: essere ordinato sacerdote.

Dopo aver ricevuto i ministeri del Lettorato e dell'Accolitato martedì e l'ordine sacro del Diaconato mercoledì, ieri il seminarista barlettano ha ricevuto il Presbiterato nel corso di una celebrazione nella propria abitazione.

Casa Mellone è stata raggiunta dal Vescovo Pichierri attorno alle 15.30. In casa, per questioni di spazio e per mantenere il riserbo, solo i familiari più stretti, i genitori, la sorella Agnese (insegnante di religione, che ha accompagnato il rito con la prima lettura e il salmo) e la nonna Vittoria, ci sono i suoi maestri, alcuni sacerdoti, il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella (con la fascia tricolore, dietro la poltrona dove stava seduto Salvatore che, al termine della cerimonia, ha spiegato: «Questa semplice casa nella periferia della città si è trasformata in Duomo. La gioia e l’emozione di Salvatore erano la nostra commozione»). 
Presente anche un giornalista di Tv2000, per la registrazione video.
Ma già un'ora prima, la chiesa del SS. Cricifisso - dove il rito di ordinazione sacerdotale è stato proiettato su un maxi schermo - ha cominciato a riempirsi di amici e conoscenti di Salvatore, e soprattutto di quei compagni di seminario che hanno condiviso con lui il percorso di preparazione al sacerdozio e un migliaio di fedeli hanno seguito commossi la cerimonia.

Il rito è cominciato con estrema puntualità. Il momento culminante della cerimonia è stato quello in cui il vescovo ha pronunciato le parole che consacravano l'ordinazione di Salvatore.  

Al momento dell'imposizione delle mani, Salvatore si è prostrato a terra nonostante il fisico distrutto dal male. 


Alle 16.32 le campane della chiesa hanno suonato a festa per accogliere il neo sacerdote ed il momento è stato sottolineato da un lungo e commosso applauso dei presenti.


A prendere la decisione dell'ordine presbiterale l'arcivescovo Giovanni Battista Pichierri, il quale ha spiegato che «Salvatore, anche nella malattia, ha vissuto intensamente la sua preparazione al sacerdozio, per cui abbiamo ritenuto opportuno di ordinarlo presbitero, per dare gloria alla SS. Trinità e per l'edificazione del nostro presbiterio e del popolo di Dio. Abbiamo ottenuto il parere favorevole della Congregazione del Clero e del Rettore del Seminario Regionale di Molfetta; i presbiteri diocesani che ho potuto sentire mi hanno confortato con il loro beneplacito. Il sacerdozio ministeriale è un dono. Il diacono Salvatore è stato scelto da Gesù Cristo e secondo il giudizio di coloro che hanno attestato la sua formazione. Il presbitero è il buon pastore del gregge». Infine, sull'ordinazione arrivata prima del compimento del percorso da seminarista, ha concluso spiegando che «al di là delle regole canoniche, ciò che prevale è la crescita interiore, e Salvatore ha dimostrato segni evidenti. Il vescovo li ha colti e ha deciso che fosse pronto».

Le prime parole del nuovo sacerdote, sono state di ringraziamento a chi gli è stato vicino in questi anni. Al vescovo, «ai parroci di ieri e di oggi», a tutto il clero diocesano. Alla sua famiglia, alle comunità parrocchiali di cui ha fatto parte, «agli amici che negli anni sono diventati fratelli».
Difficile trattenere le lacrime quando Salvatore, al termine della messa e prima della benedizione impartita da lui, nonostante la malattia terribile, ha detto «grazie a Dio per quell’amore sconfinato che ha voluto riversare nella mia vita, sovrabbondante di grazia; quanta gioia oggi, quanta da oggi, quanta non solo oggi».  
Nel discorso di ringraziamento ha rivolto un pensiero anche ai medici, infermieri e gli ammalati che gli sono stati vicino, in un «dolore comune a tanti». «Non posso abbandonarvi proprio ora, sul più bello, perché Cristo mi dice vai e porta conforto, una carezza a tutti». 
Don Salvatore chiude recitando un passo di San Paolo: «Sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né presente, né avvenire, né altezza, né profondità potrà mai separarci dall'amore di Dio».

Al termine del suo discorso la benedizione a Papa Francesco, così come lo stesso pontefice gli aveva chiesto nei giorni scorsi al telefono: «Scenda sul Papa la benedizione di Dio onnipotente».

«Fino a pochi giorni fa non riuscivo a dire: Signore sia fatta la tua volontà. Ma adesso lo pronuncio con il cuore più aperto, mi consola che mio figlio sia felice», ha detto mamma Filomena. 

Concluso il rito dell'ordinazione, i tanti seminaristi arrivati a Barletta hanno raggiunto casa di Salvatore per salutarlo dopo aver realizzato il suo desiderio più grande.

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