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sabato 2 maggio 2015

"Cibo del pensiero, cibo dell'anima" di Enzo Bianchi

Pubblichiamo il testo di fr. Enzo per il volume Food for Thought, food for Soul che sarà possibile consultare nel Padiglione Italia di Expo 2015.
Cibo del pensiero, cibo dell'anima
di Enzo Bianchi

“Mann ist was Mann isst”, “l’uomo è ciò che mangia” ricordava Feuerbach. Questo dato non riguarda solo il cibo materiale, ma anche, e forse soprattutto, il nutrimento spirituale. Non è necessario ricorrere al biblico “Non di solo pane vive l’uomo” (Dt 8,3; Mt 4,4) per rendersi conto che ci nutriamo non solo degli alimenti che introduciamo nel nostro corpo, ma anche delle “parole”, dei pensieri, della cultura che assimiliamo tramite le letture, le relazioni personali, le interpretazioni degli eventi della nostra vita quotidiana.

Siamo plasmati dalla quantità di “cibo per lo spirito” cui abbiamo – o non abbiamo – la possibilità di accedere. E come c’è un minimo vitale per l’alimentazione, così c’è una soglia minima di nutrimento dell’anima che non possiamo ignorare, pena alcune patologie spirituali irreversibili. Se abituiamo la nostra interiorità a una progressiva anoressia, se neghiamo alla nostra mente l’arricchimento di sostanze nutritive sapientemente equilibrate, ci ritroveremo con una vita interiore svuotata di senso, depauperata delle sue potenzialità, condannata a un progressivo deperimento. Specularmente, se in preda a bulimia spirituale non poniamo freno all’ingurgitare ogni tipo di emozione, se non riusciamo ad astenerci dall’aumentare costantemente la dose di sensazioni stimolanti, se lasciamo che ogni genere di pensiero non solo si affacci alla nostra mente ma la pervada, allora saremo incapaci di custodire un animo retto.

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Ma il Dio di Gesù Cristo parla anche al di là delle Scritture, attraverso quanto altri hanno saputo cogliere dalla sua Parola: attraverso gli scritti e i commenti alla Bibbia, certo. Padri della chiesa, autori spirituali, profeti e teologi riescono a volte a ridire il Vangelo eterno con linguaggi inediti, a estrarre da quel tesoro inesauribile “cose antiche e cose nuove” (Mt 13,52). Ma ancor di più giungiamo all’“al di là” della Parola attraverso quelle sequentiae sancti Evangelii, quei brani di Vangelo che sono le vite degli uomini e delle donne di Dio, i suoi discepoli e testimoni, i santi di cui si fa memoria universale e quelli che sono ricordati solo da quanti li hanno conosciuti di persona. Sono loro la riserva di cibo del pensiero che non si esaurisce, a condizione che io accetti di farvi ricorso nel cammino alla ricerca di senso che è la vita umana; sono loro a rimandarmi alla parola di Dio contenuta nelle Scritture, a quello scrigno di cui san Benedetto nella sua regola per i monaci affermava: “C’è nel Vecchio o nel Nuovo Testamento una pagina o una parola di autorità divina che non sia rettissima norma di vita umana?”. Lì ho sempre trovato cibo del pensiero e dell’anima, ho sempre potuto accedere al nutrimento essenziale, a quel “pane di ieri che è buono domani”.