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martedì 19 maggio 2015

Papa Francesco ai vescovi:non essere timidi nello sconfessare una diffusa mentalità di corruzione, pubblica e privata -uscire verso il popolo per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche-valorizzare il ruolo dei laici e a crescere nella collegialità e comunione tra vescovi e sacerdoti

Papa Francesco ai vescovi: 
Non essere timidi nello sconfessare una diffusa mentalità di corruzione, pubblica e privata
 Uscire verso il popolo per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche.
 Valorizzare il ruolo dei laici e crescere nella “collegialità e comunione tra vescovi e sacerdoti



Papa Francesco ha aperto, lunedì 18 maggio 2015,
 la 68ª’Assemblea Generale della CEI, 
condividendo con i Vescovi
 alcune domande sulla “sensibilità ecclesiale”.



"... Vorrei innanzitutto esprimervi il mio ringraziamento per questo incontro, e per il tema che avete scelto: l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium. La gioia del Vangelo, in questo momento storico ove spesso siamo accerchiati da notizie sconfortanti, da situazioni locali e internazionali che ci fanno sperimentare afflizione e tribolazione - in questo quadro realisticamente poco confortante - la nostra vocazione cristiana ed episcopale è quella di andare contro corrente: ossia di essere testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza agli altri. La nostra vocazione è ascoltare ciò che il Signore ci chiede: “Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio” (Is 40,1). Infatti, a noi viene chiesto di consolare, di aiutare, di incoraggiare, senza alcuna distinzione, tutti i nostri fratelli oppressi sotto il peso delle loro croci, accompagnandoli, senza mai stancarci di operare per risollevarli con la forza che viene solo da Dio. Anche Gesù ci dice: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato? A null'altro serve che a essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5,13). È assai brutto incontrare un consacrato abbattuto, demotivato o spento: egli è come un pozzo secco dove la gente non trova acqua per dissetarsi. Oggi perciò, sapendo che avete scelto, quale argomento di questo incontro, l’Esortazione Evangelii Gaudium, vorrei ascoltare le vostre idee, le vostre domande, e condividere con voi alcune mie domande e riflessioni. I miei interrogativi e le mie preoccupazioni nascono da una visione globale - non solo dell’Italia, globale - e soprattutto dagli innumerevoli incontri che ho avuto in questi due anni con le Conferenze Episcopali, ove ho notato l’importanza di quello che si può definire la sensibilità ecclesiale: ossia appropriarsi degli stessi sentimenti di Cristo, di umiltà, di compassione, di misericordia, di concretezza – la carità di Cristo è concreta - e di saggezza. La sensibilità ecclesiale che comporta anche di non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi. Sensibilità ecclesiale che, come buoni pastori, ci fa uscire verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l’identità e la dignità umana. .." (Papa Francesco)



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