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domenica 9 agosto 2015

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 34/2014-2015 (B) di Santino Coppolino

'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)


Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino


Vangelo: 
Gv 6,41-51







"E il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Dopo avere definito sé stesso "il pane della vita"(6,35) Gesù adesso afferma che deve dare la sua carne perché possiamo ottenere la vita eterna, la vita che viene dal Padre(v.53-54). La parola "carne" sostituisce il pane come metafora della Parola di Dio, "Gesù infatti è la Parola, il Logos fatto carne (1,14), perché in Lui ogni carne ritrovi la Parola"(S.Fausti). "Mangiare la carne" di Gesù vuol dire credere in lui, aderire "con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze"(Dt 6,5) al progetto del Padre, mistero d'amore che vuole realizzare nel mondo attraverso il dono del Figlio. Mangiare la carne di Gesù significa assumere la sua debolezza, la sua fragilità di uomo che si consegna inerme, per obbedienza al Padre, nelle mani degli uomini. La rivelazione di un Dio che si manifesta nella debolezza umana scatena la mormorazione dei capi religiosi (i Giudei) e di quanti - noi compresi - attendono un Dio forte e potente, che metta fine alle ingiustizie con la violenza e con le armi. Mangiare la carne di Gesù, cibo di vita eterna, significa ripudiare la via della violenza scommettendo la vita sull'amore. Così facendo il Signore ci assimila a lui, ci fa fratelli suoi rendendoci capaci di amare con lo stesso amore con il quale siamo amati, introducendoci nella vita trinitaria perché Dio sia tutto in tutti (1Cor 15,28)